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Commercio giusto ma non per tutti – Ae 33

Numero 33, novembre 2002Commercio equo “doc”. Ma solo per chi rispetta le regole e ha una struttura non profit. Saranno presentate all'Assemblea generale di fine novembre i documenti che daranno vita all'Associazione del commercio equo italiano e al Registro delle…

Tratto da Altreconomia 33 — Novembre 2002

Numero 33, novembre 2002

Commercio equo “doc”. Ma solo per chi rispetta le regole e ha una struttura non profit. Saranno presentate all'Assemblea generale di fine novembre i documenti che daranno vita all'Associazione del commercio equo italiano e al Registro delle organizzazioni eque.

Il percorso era partito dall'ultima Assemblea generale delle organizzazioni italiane che si riconoscono nella Carta dei criteri (vedi AE n. 28), Botteghe e centrali di importazione, con un'obiettivo: definire parametri -riconosciuti e verificabili- per stabilire chi faccia davvero commercio equo e chi no.

L'Assemblea aveva formato un gruppo di lavoro che ha prodotto i primi risultati, che verranno discussi in una nuova “plenaria” alla fine di novembre. Oggi lo scheletro del futuro sono due documenti. O, meglio, due bozze. La prima è lo statuto dell'Associazione generale del commercio equo italiano, che dovrebbe avere soprattutto funzioni di promozione e divulgazione sul fairtrade ma anche sui “meccanismi economici di sfruttamento, con particolare attenzione a quelli legati al commercio internazionale, favorendo e stimolando nei consumatori la crescita di un atteggiamento critico”. Ma l'Associazione gestirà anche il Registro italiano delle organizzazioni di commercio equo. Solo chi rispetterà determinati criteri potrà iscriversi e utilizzare il marchio -o la dicitura- che nascerà per identificare i prodotti equi “doc”. E comunque il Registro sarà riservato ai soggetti classici del commercio equo: produttori, importatori, esportatori e Botteghe del mondo.

I requisiti fondamentali si ispirano alla Carta dei criteri. Bisogna sottolinearne alcuni, per capire la direzione che sta prendendo il progetto. La natura dell'ente, prima di tutto, dovrà essere “non lucrativa” (associazione o cooperativa), oltre ad avere il commercio equo tra le finalità esplicite nello statuto. Questo, di fatto, escluderebbe dal Registro quelle aziende (ne esistono già oggi) che tra i diversi prodotti in catalogo presentano anche una “linea” equa, me che non fanno del fair trade la loro attività principale.

E poi almeno il 50% (ma forse anche più) dei prodotti finiti e delle materie prime trattati dovrà provenire da fornitori iscritti al Registro.

Confermati anche i parametri classici del fairtrade: processi decisionali trasparenti, prezzo equo e prefinanziamento pagati ai produttori. Ma il commercio equo, quello vero, non è solo compravendita di merci. Le realtà iscritte al Registro dovranno impegnarsi in attività didattiche e nella promozione dello “sviluppo sostenibile e ecocompatibile”; importante anche l'adesione a campagne di boicottaggio e sensibilizzazione.

Il percorso non dovrebbe sovrapporsi ai marchi di garanzia oggi associati a Flo, Fairtrade Labelling Organizations, come TransFair Italia. Le due esperienze dovrebbero completarsi: i marchi garantendo determinati prodotti -come già fanno-il Registro l'intera “filiera”.

16 e 17 novembre: risvegli solidali e icone in Riviera
Se il buon giorno si vede dal mattino, il 16 e 17 novembre vi sveglierete di buonumore. In 100 piazze d'Italia si svolgerà la seconda edizione delle “Colazioni eque e solidali”, organizzata da Ctm Altromercato in collaborazione con Altreconomia e Cesvi. Un'occasione unica per sostituire brioche e cappuccino con caffè, e tè del fair trade, addolciti con miele e biscotti agli anacardi. E, intanto, potete informarvi su cos'è il commercio equo e solidale e quali sono i progetti più recenti nel Sud del mondo. L'organizzazione sarà curata dalle botteghe del mondo delle singole città e in ogni piazza troverete anche un punto informativo di Altreconomia, con il giornale in vendita. L'elenco completo delle città coinvolte è sul nostro sito: www.altreconomia.it

E a Rimini, il 16 novembre è festa doppia: in occasione della colazione equa, la bottega “Pacha Mama” inaugura il nuovo punto vendita di via Cairoli 81. Da segnalare il progetto di importazione diretta di prodotti dall'Albania, nato dalla collaborazione tra la bottega e la cooperativa Onufri (http://utenti.lycos.it/onufri) di Kuçovë: icone (nella foto), cesti intrecciati, filigrane d'argento, porta fotografie. Oltre ai prodotti equi, da Pacha Mama trovate anche alimentari bio. Resta aperto, come magazzino all'ingrosso, il punto vendita di via Covignano 36. Info: Pacha Mama, tel. 0541-78.29.65 oppure 0541-78.29.65

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