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Volere e dovere, le basi morali dell’impegno sociale ed ecologico. A Dobbiaco

Dobbiamo, la cittadina dell'Alto-Adige che dal 1985 ospita i Colloqui

Dal 30 settembre al 2 ottobre la città alto-atesina ospita il laboratorio d’idee per una svolta ecologica. Un incontro tra attivisti per i diritti umani e degli animali, uomini e donne che lottano contro i cambiamenti climatici, imprenditori e dipendenti pubblici al servizio del bene comune e tanti altri per interrogarsi sulle radici e sulle forme dell’impegno per un mondo migliore

Perché ci si impegna per combattere il cambiamento climatico, per proteggere specie animali o aiutare i rifugiati? Perché ci si schiera contro la pena di morte, si protesta contro la TAV, si fanno donazioni ad associazioni umanitarie, si installa un impianto fotovoltaico sul tetto o si fa la raccolta differenziata in casa? Quali sono, in breve, i fondamenti etici dell’empatia, da dove nasce la volontà di lottare per la libertà e i diritti umani?
Se ne parlerà dal 30 settembre al 2 ottobre ai Colloqui di Dobbiaco, laboratorio d’idee per una svolta ecologica che si tiene dal 1985 nella cittadina altoatesina, con un approccio che affianca ogni anno all’analisi delle tematiche ambientali di maggior rilievo la proposta di possibili soluzioni concrete.

“Volere e dovere sulla strada verso l’era solare” è il titolo dell’edizione 2016 dei Colloqui, che vedrà, tra i relatori, Don Luigi Ciotti, fondatore del Gruppo Abele e dell’associazione Libera, Dorothee Häußermann, portavoce del movimento tedesco Ende Gelände per fermare il carbone e proteggere il clima. sarà presente anche Christian Felber, scrittore e storico austriaco, membro fondatore di ATTAC Austria -di cui è portavoce- e fondatore della “Banca Democratica”. Felber -nominato nel 2010 “Creatore sostenibile” e Comunicatore dell’anno dall’associazione Public Relations Austria- presenterà il suo ultimo libro “La voce interna. Il nesso tra spiritualità, libertà e bene comune”. Ciò che ci spinge a impegnarci in certe cause -è in sintesi il suo pensiero- sono valori come l’empatia e la tenerezza: rendere il “mezzo” un “fine” è una patologia culturale, ed è per questo che tutta l’economia mondiale va nella direzione sbagliata. La protezione dell’ambiente è un’auto-difesa, espressione del rispetto per se stessi, e le religioni diventano -secondo questa lettura- l’istituzionalizzazione culturale del bisogno umano fondamentale di spiritualità.

Di religione ed etica (cristiane) parlerà anche Elke Mack, professoressa di Scienza sociale cristiana ed etica sociale presso la Facoltà di Teologia cattolica dell’Università tedesca di Erfurt, studiosa cattolica tra le più importanti in Germania. In particolare nel suo intervento -così come nei suoi lavori più recenti- si focalizzerà sull’etica cristiana come etica universale, in grado di far convivere religione e diritti umani.
Uno spunto da cui partire per riflettere anche sugli attuali rapporti con le altre religioni. Nel suo ultimo lavoro “Una teoria cristiana di giustizia”, la Mack sostiene che l’etica cristiana è pluralistica e compatibile con le conoscenze più avanzate della filosofia e della scienza politica, della sociologia e dell’economia: le persone hanno un naturale senso di giustizia? E, semmai, come si configura? È la giustizia universale o arbitraria? L’uguaglianza fa parte della giustizia? Domande di grande attualità in tempi di crescente disuguaglianza all’interno dei Paesi ricchi oltre che tra Paesi ricchi e poveri, come anche di una diffusa insicurezza sulla validità generale o meno dei diritti dell’uomo di fronte a un islamismo radicale e un cristianesimo fondamentalista.

Riflessioni che si inseriscono nel richiamo per un’etica secolare (Dalai Lama) verso l’ecologia integrale (Papa Francesco) di fronte a un mondo caotico: quali sono i fondamenti morali dell’impegno per cause ambientali e sociali, per la ricerca della sostenibilità di imprese e istituzioni, per una vita nel segno della sufficienza dei cittadini?
Dopo temi come il denaro, il benessere, il suolo e il turismo dolce, i Colloqui di Dobbiaco 2016 vogliono invitare a riflettere sulle basi morali dell’impegno sociale ed ecologico, in un’edizione che anche quest’anno sarà ad “impatto climatico zero”: il viaggio e il soggiorno dei partecipanti, la stampa e l’invio dei materiali e le varie attività organizzative produrranno circa 16 tonnellate di CO2, impatto che sarà “compensato” investendo in progetti destinati alla tutela dell’ambiente in altri luoghi.

Per informazioni e iscrizioni: http://www.grandhotel-toblach.com/it/colloqui-dobbiaco

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