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Diritti / Attualità

Olimpiadi invernali: il “gusto zero” per i diritti dello sponsor Coca-Cola

Un tedoforo a Seongnam (Corea del Sud) durante il percorso di avvicinamento a Pyeongchang, dove si svolgeranno le Olimpiadi invernali

Dal 2015 Coca-Cola Amatil -che gestisce gli impianti di imbottigliamento nella regione del Pacifico- ostacolerebbe gli sforzi dei lavoratori indonesiani per costituire un sindacato indipendente. La denuncia dell’unione sindacale IUF in vista dei prossimi Giochi di Pyeongchang

Anche a Pyeongchang (Corea del Sud) in occasione della 23a edizione dei Giochi Olimpici Invernali, Coca-Cola “rinfrescherà gli atleti, i dirigenti e gli spettatori” come fa -ininterrottamente- dal 1928, anno delle Olimpiadi di Amsterdam. “Come partner di tutti i 204 Comitati Olimpici nazionali e delle loro squadre, l’azienda ha sviluppato una forte tradizione di creazione di programmi ed eventi per portare lo spirito dei Giochi ai consumatori nelle città ospitanti olimpiche e in tutto il mondo”, si legge nella sezione dedicata agli sponsor del sito Olympic.org.

A questa attenzione per lo “spirito olimpico” non corrisponde però eguale attenzione per il rispetto dei diritti dei lavoratori. La denuncia arriva dall’Unione internazionale del lavoratori dell’alimentazione, dell’agricoltura, del turismo, del tabacco e delle industrie connesse (www.iuf.org) che punta il dito contro Coca-Cola Amatil, imbottigliatore esclusivo di Coca-Cola per Australia, Nuova Zelanda e l’area del Pacifico Meridionale.

Dal 2015, infatti, i lavoratori impiegati negli stabilimenti indonesiani di Coca-Cola Amatil stanno cercando senza successo di costituire un sindacato indipendente. Ci avevano provato i lavoratori dello stabilimento nella provincia di Giava Centrale: avevano creato un sindacato e lo avevano registrato, ma il loro referente, Atra Narwanto, è stato prima sospeso e poi licenziato. Nel febbraio 2017, i lavoratori di un altro stabilimento della regione di West Java hanno dato vita  a un sindacato. Anche in questo caso, il loro referente (Lutfi Ariyanto) è stato trasferito, poi sospeso e successivamente licenziato. “I lavoratori vengono spinti a ritirare il loro sostegno alle loro organizzazioni e i loro sindacati sono esclusi dal processo di contrattazione collettiva”, denuncia l’Unione internazionale del lavoratori dell’alimentazione, dell’agricoltura, del turismo, del tabacco e delle industrie connesse (www.iuf.org). Attraverso il proprio sito internet, l’associazione invita a inviare una mail ai dirigenti di Coca-Cola Amatil per chiedere loro di “agire immediatamente” per porre rimedio a queste violazioni dei diritti dei lavoratori.

Sul suo sito internet, Coca-Cola Amatil si presenta come uno “dei principali imbottigliatori e distributori di bevande alcoliche e non alcoliche” nella regione del Pacifico “e uno dei principali imbottigliatori al mondo di Coca-Cola Company”. L’azienda impiega circa 14mila lavoratori sparsi tra Australia, Indonesia, Nuova Zelanda, Fiji, Papua Nuova Guinea e Samoa in 34 impianti di produzione. Da questi stabilimenti escono alcuni tra i principali soft drink di Coca-Cola (Coca Zero, Diet Coke, Coca-Cola con stevia, Sprite, Sprite Zero, Fanta) oltre ad acque in bottiglia, bevande a base di frutta e alcolici.

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