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Ambiente / Opinioni

La svolta necessaria per contrastare i cambiamenti climatici

Le scelte che faremo nei prossimi decenni saranno decisive ma il tempo è scarso. Occorre rottamare il sistema. La rubrica di Stefano Caserini

Tratto da Altreconomia 214 — Aprile 2019

Tre anni fa ho pubblicato “Il clima è (già) cambiato. 10 buone notizie sul cambiamento climatico”. L’avevo iniziato molto tempo prima, un po’ per gioco e un po’ per migliorare le risposte da dare nelle conferenze alle richieste di raccontare qualcosa di positivo. Avevo fatto leggere una piccola bozza ad alcuni amici di climalteranti.it, ricevendo molti suggerimenti e qualche critica. L’avevo messo da parte per tanto tempo, e dopo aver raccolto molto materiale e idee alla fine avevo deciso di pubblicarlo con quel sottotitolo ambizioso, ironico e quasi provocatorio, in cui si parlava di buone notizie a proposito del riscaldamento globale. Avevo un po’ di timore che non venisse capito. Eppure, l’esigenza che nel dibattito sul cambiamento climatico non fossero presenti solo notizie pessime (che, come sappiamo, non mancano) era reale.

La prima tiratura è stata esaurita in tre anni, e l’editore (Edizioni Ambiente) mi ha chiesto se per la seconda edizione volevo fare modifiche, aggiunte o aggiornamenti. Non ho potuto rifiutare, perché sul tema dei cambiamenti climatici il tempo passa molto velocemente. Negli ultimi tre anni sono successe molte cose, sia a livello scientifico sia in quello delle politiche sul clima. Doverle riassumere in qualche pagina in più della seconda edizione è stata un’occasione per riflettere sul bilancio degli ultimi tre anni, sulle cose più importanti. È impossibile citarle tutte nello spazio di questa rubrica, la sintesi sarà inevitabilmente imprecisa. Dal punto di vista della scienza del clima, sono arrivate mazzate, ben riassunte dall’ultimo rapporto speciale dell’IPCC su 1,5°C di riscaldamento globale. Sul tema dell’instabilità dei ghiacci polari, degli impatti sulle barriere coralline e sulla biodiversità. Ormai è chiaro che 2°C di riscaldamento sono troppi, e che anche a 1,5°C ci sono impatti sui sistemi naturali e umani. Il record delle temperature del 2016, e la sequela di incendi, uragani e alluvioni ha ridotto ulteriormente la schiera dei negazionisti. La necessità di una frenata decisa alle emissioni è ancora più evidente.

10 buone notizie meno una: il bilancio ambivalente degli ultimi tre anni, mentre il tempo scorre e gli impatti dei cambiamenti climatici avanzano

Sul lato della mitigazione sono successe cose molto interessanti, le energie rinnovabili (vento e sole in particolare) stanno ormai prendendo piede e sono sempre più competitive. Le case automobilistiche si sono mosse verso l’elettrico. In questi tre anni è decollata la ricerca e sviluppo di tecnologie per rimuovere CO2 dall’atmosfera. C’è stato Trump ma anche il piano della California verso emissioni zero, l’impegno di tanti Stati e città negli USA a passare al 100% di energia rinnovabile. Il negoziato sul clima ha faticato a mantenere la roadmap decisa a Parigi: Trump, Bolsonaro, Putin e gli emiri petroliferi sono una coalizione pericolosa. A livello globale è aumentata la consapevolezza “che i cambiamenti climatici sono il problema della nostra epoca, forse il più grande problema della nostra umanità” (Johnatan Franzen), e la manifestazione mondiale del 15 marzo 2019 è stata un segnale importante. Nonostante alcuni progressi negli ultimi tre anni siano indiscutibili, le emissioni sono aumentate ancora un poco e il ritardo accumulato pesa ancora di più. Il tempo è sempre più una risorsa scarsa per chi vuole contrastare l’aumento delle temperature globali. Ho deciso quindi di cambiare il sottotitolo: “9 buone notizie”. La storia di come gli esseri umani del XXI secolo hanno cambiato il clima del Pianeta è in buona parte ancora da scrivere, ma ormai siamo arrivati al momento in cui bisogna cambiare marcia.

Stefano Caserini è docente di Mitigazione dei cambiamenti climatici al Politecnico di Milano. Il suo ultimo libro è “Il clima è (già) cambiato” (Edizioni Ambiente, 2019)

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