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Cittadini italiani trattenuti e respinti al confine greco-macedone: Asgi accusa Frontex

Quattro soci dell’Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione sono stati fermati e poi respinti verso la Macedonia del Nord durante un sopralluogo svolto sul confine con la Grecia: “Un chiaro indicatore dei rischi che corrono i cittadini stranieri che tentano di raggiungere l’Ue. Vogliamo spiegazioni”

© Frontex - profilo Twitter

Fermati, trattenuti e respinti al di fuori dell’Unione europea. Non sono cittadini stranieri in transito lungo la rotta balcanica ma un gruppo di soci dell’Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione (Asgi) che il 6 novembre 2021 stava svolgendo un sopralluogo sul confine greco-macedone. Nonostante la validità dei documenti e nessun apparente motivo per giustificare il fermo, la delegazione è stata prima identificata e poi trasferita in una stazione di polizia dagli agenti di Frontex, l’Agenzia che sorveglia le frontiere esterne europee, con il supporto della polizia locale.

Lo denuncia la stessa Asgi con una lettera inviata a diverse istituzioni, italiane e europee, per chiedere spiegazioni sull’accaduto. “Denunciamo il trattamento subìto dai nostri associati che, senza aver commesso alcuna violazione e con un atto di deliberata violenza, sono stati privati della loro libertà di movimento, senza ricevere alcuna spiegazione circa i motivi del fermo nonostante le espresse e ripetute richieste al riguardo” si legge nel documento.

I fatti. Il 6 novembre la delegazione ha raggiunto e attraversato in taxi il valico di frontiera greco-macedone di “Evzoni” per poi raggiungere Polukastro e Idomeni, cittadina a pochi chilometri dal confine. Qui ha effettuato un sopralluogo esplorativo nei pressi della stazione ferroviaria che, fin dal 2015, rappresenta un noto luogo di passaggio delle persone in transito dove si verificano “innumerevoli tentativi” di attraversamento e respingimento. Dopo aver percorso alcune decine di metri lungo i binari ferroviari e senza fare ingresso nella zona delimitate dal filo spinato, la delegazione ha fatto ritorno verso la stazione. Nel percorrere questo tratto di strada un “agente con l’uniforme di Frontex” ha chiesto documenti e motivi della visita. La stessa domanda rivolta ai quattro anche da un agente della polizia locale greca arrivato sul posto. Nel giro di pochi minuti il gruppo è stato accerchiato da una decina di agenti: almeno tre dell’Agenzia, uno con tuta mimetica nera e adesivo raffigurante un’aquila e tre poliziotti greci.

I soci dell’Associazione sono stati costretti a salire su una camionetta della polizia greca, blindata e con i vetri posteriori oscurati arrivata sul posto “con modalità verbalmente violente” e sono stati trattenuti i loro documenti di identità “senza che fosse fornita alcuna informazione circa le ragioni del fermo”. Arrivati alla stazione locale di polizia, dalla camionette sono scesi anche sei migranti “evidentemente intercettati durante le operazioni di controllo della frontiera”. La delegazione ha atteso nello spazio esterno, senza alcuna spiegazione ulteriore, lo svolgimento dei controlli. “Successivamente malgrado la regolarità dei documenti d’identità per l’attraversamento della frontiera greca -si legge ancora nel comunicato- i quattro cittadini italiani sono stati portati con la camionetta al valico di frontiera ‘Evzoni’, scortata da due autovetture di Frontex, e costretti a lasciare il territorio dell’Unione Europea proseguendo a piedi fino al valico di frontiera in Macedonia del Nord”.

L’Asgi “esprime sconcerto per le modalità illegittime utilizzate e per l’accompagnamento coatto di cittadini europei da uno Stato dell’Unione a un Paese terzo”. Senza aver commesso alcun reato, avendo il gruppo regolari documenti, le persone sono state limitate nella loro libertà di movimento e trattenute senza motivo. L’associazione ha scritto una lettera di denuncia dell’accaduto al ministero degli Esteri e all’Interno. Vengono richiesti chiarimenti alle autorità greche sulle modalità di allontanamento e si sottolinea la necessità di “accertare se in Grecia sussistano norme legislative vigenti in materia di sicurezza e controllo della frontiera che attribuiscano alla polizia facoltà di svolgere simili operazioni di fermo senza alcun intervento dell’autorità giudiziaria, senza poter interpellare nessun difensore anche Greco e senza segnalazioni all’autorità consolare italiana”. Analoga richiesta è stata inoltrata a Frontex, al Parlamento europeo e alla Commissione.

Dal dicembre 2015, gli agenti dell’Agenzia, sotto accusa per il suo operato, collaborano con la polizia greca per monitorare quel tratto di frontiera. Il trattamento subito dai soci dell’Asgi è allarmante se si considera la loro condizione giuridica. In quel luogo, la maggioranza delle persone che transita sono cittadini stranieri senza valido titolo di ingresso. “Questo episodio è un chiaro indicatore di quanto può accadere ai cittadini stranieri intercettati in quel tratto di frontiera -conclude Asgi-. Manifestiamo profonda preoccupazione per la violazione dei diritti e la sistematica violenza nei confronti di cittadini stranieri, anche in condizioni di vulnerabilità, da parte delle autorità europee”.

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