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Città all’incanto – Ae 69

Scip 1 è quasi finita, Scip 2 è a metà strada. Le vendite di immobili pubblici frutto delle “cartolarizzazioni” del ministro Tremonti, però, taglieranno fuori 15 mila famiglie, troppo povere per poter comprare la casa in cui vivono “Il problema…

Tratto da Altreconomia 69 — Febbraio 2006

Scip 1 è quasi finita, Scip 2 è a metà strada. Le vendite di immobili pubblici frutto delle “cartolarizzazioni” del ministro Tremonti, però, taglieranno fuori 15 mila famiglie, troppo povere
per poter comprare la casa in cui vivono

“Il problema non è la cartolarizzazione in sé”, dice Daniele Barbieri, segretario nazionale del sindacato inquilini Sunia. “Il problema, semmai, è che lo Stato ha tenuto conto soltanto di esigenze finanziarie, senza elaborare una politica abitativa complessiva”.

Prosegue la vendita degli immobili degli enti previdenziali iniziata nel 2001: per realizzarla l’allora ministro dell’Economia Giulio Tremonti aveva lanciato la “cartolarizzazione”, un’operazione finanziaria che ha permesso di cedere in blocco circa 90 mila immobili di proprietà di sette enti previdenziali pubblici (Enpals, Inail, Inpdai, Inpdap, Inps, Ipost ed Ipsema) alla Società cartolarizzazioni immobili pubblici (Scip), una srl appositamente costituita.

Scip a sua volta ha emesso obbligazioni il cui ricavato è stato versato allo Stato come anticipo sulle vendite degli immobili: con la prima cartolarizzazione (Scip 1, lanciata nel 2001), sono state emesse obbligazioni per 2,3 miliardi di euro, mentre con la seconda (Scip 2, l’anno successivo) per 6,6 miliardi di euro.

Scip 1 è praticamente conclusa (restano da vendere circa 1.700 immobili sugli oltre 27 mila e 500 messi sul mercato), mentre Scip 2 continua con ritmi più spediti che in passato (vedi Ae n. 51): su oltre 62 mila immobili (in gran parte residenziali), al 30 settembre scorso ne erano stati venduti circa 32 mila (ultimi dati disponibili).

Un’ottima opportunità per gli inquilini che già abitano in quelle case e che, grazie al diritto di prelazione di cui godono, hanno la possibilità di acquistare con uno sconto del 30% sui prezzi di mercato e a mutui agevolati.

“E infatti -conferma Barbieri- quasi tutti hanno comprato o lo faranno”, com’era già accaduto per Scip 1. È molto probabile, però, che dai giochi resteranno esclusi i redditi più bassi, che non potranno permettersi di comprare e per i quali la legge prevede una proroga dell’affitto per nove anni. Trascorsi i quali, in teoria, saranno sfrattati.

“Come Sunia -dice Barbieri- avevamo chiesto una proroga a vita dell’affitto per gli over 65, ma la proposta non è stata accettata. L’unica agevolazione per gli anziani è quella di poter acquistare ‘l’usufrutto’, cioè il diritto all’occupazione dell’immobile”.

La famiglie in difficoltà, secondo le stime del sindacato, sarebbero circa 15 mila: una situazione drammatica se si considera, come sottolinea lo stesso Barbieri, “che in una città come Roma gli sfratti esecutivi a carico di anziani e portatori di handicap sono già 3 mila. Se a questi si aggiungessero anche quelli di Scip…”.

Le case invendute andranno all’asta.

In tutto questo, chi ha ottenuto i risultati migliori è senz’altro lo Stato, che grazie alle cartolarizzazioni ha fatto cassa in tempi relativamente brevi

(le vendite dirette da parte di Inps & Co., già avviate in passato, erano di fatto molto più lente) rastrellando denari per ridurre il debito pubblico.

(Gli aggiornamenti su vendite e aste vengono pubblicati periodicamente sul sito del ministero dell’Economia:
www.dt.tesoro.it/Aree-Docum/Dismission/Aste/index.htm).

Resta in sospeso la terza tornata di cartolarizzazioni che dovrebbe alienare immobili di proprietà della Difesa (Scip 3), bloccata, spiegano, da “resistenze” all’interno del Ministero e per difficoltà nell’individuazione degli immobili da mettere in vendita.

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