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Il cinema per tutti, la rivoluzione dello streaming di “OpenDDB”

Non c’è un prezzo fisso per le opere indipendenti in catalogo ma uno “consigliato” di 4 euro. Una formula che in questi anni ha permesso di conciliare la sostenibilità economica con l’accessibilità delle opere da parte del pubblico

Tratto da Altreconomia 239 — Luglio/Agosto 2021
© SMK Factory

“Venerdì 6 marzo 2020 stavamo rientrando da Firenze, dove si era svolta una proiezione del nostro ultimo film ‘The milky way’ e già avevamo dovuto contingentare le presenze in sala. Era ormai chiaro quello che, purtroppo, sarebbe successo da lì a poco e così abbiamo deciso di fare qualcosa. La mattina abbiamo lanciato lo streaming di comunità: per 64 giorni tutti i film in catalogo sulla nostra piattaforma ‘OpenDDB’ sono stati trasmessi a ciclo continuo. La gente era bloccata a casa e abbiamo scelto di mettere a disposizione cultura gratuitamente. In quel momento era l’unica cosa da fare, ed è stato bello vedere che anche altre realtà hanno seguito il nostro esempio e le iniziative di solidarietà digitale durante il lockdown sono state tantissime”.

Andrea Paco Mariani è uno dei fondatori di SMK factory una casa di produzione indipendente nata a Bologna nel 2009 da un gruppo di mediattivisti e che, in questi anni, ha prodotto principalmente documentari a sfondo sociale, lavori di inchiesta e denuncia. “Nel 2011 abbiamo prodotto un documentario ambientato in Palestina, ‘Tomorrow’s land’ e abbiamo sperimentato un modello di distribuzione in presenza e online che si è rivelato efficace -racconta Mariani-. Ci siamo detti che sarebbe stato bello e importante condividere questo meccanismo di distribuzione anche con altre realtà simili a noi e fare rete”.

Nel 2013 ha debuttato “OpenDDB”, piattaforma on-demand di contenuti multimediali (documentari, film, libri, musica, cinema sperimentale e inchieste) basata su un meccanismo particolare. “Abbiamo visto nelle licenze creative commons uno stimolo per trovare la formula più adatta a coniugare la sostenibilità economica del lavoro degli autori con l’accessibilità delle opere da parte del pubblico. Di tutto il pubblico, anche di coloro che non hanno i famosi otto euro per pagarsi il biglietto del cinema”, spiega Andrea Mariani.

Da qui l’idea -che con gli anni si è rivelata vincente- di “OpenDDB”: nessuna delle oltre 600 opere in catalogo ha un prezzo fisso. “Questo non significa che sia gratuito -puntualizza Mariani-. Ogni film ha un prezzo consigliato, ma lasciamo al singolo la possibilità di decidere quanto pagare. Per i prodotti digitali, ad esempio, la cifra consigliata è di quattro euro. Ma da alcuni anni, vediamo che la donazione è quasi sempre superiore rispetto a quella consigliata. Questo ha creato un bellissimo equilibrio: chi riconosce il valore del progetto lo premia”.

La modalità di distribuzione basata sul prezzo consigliato è stata riproposta anche per oggetti fisici come i libri e i cofanetti dei film: “Calcoliamo il costo di produzione, oltre al compenso per l’autore e le spese di spedizione. In questo caso la cifra consigliata varia in base al prodotto: un libro fotografico, ad esempio, ha un costo diverso rispetto a un saggio. Ma anche su questo fronte il meccanismo si è rivelato virtuoso”, spiega Mariani.

“Un grande colosso transnazionale, che ha altri asset oltre allo streaming, può permettersi di offrire cataloghi sterminati a 9,90 euro al mese. Ma dal punto di vista del produttore e del distributore, del regista questo significa cancellare la sostenibilità”

La riflessione che sta alla base del modello di distribuzione scelto da “OpenDDB” è etica e politica: “Pensiamo che il cinema, in modo particolare quello indipendente debba essere accessibile a tutti -riflette Andrea Mariani-. Le fasi in cui la cultura è stata un bene a disposizione di tutti sono quelle in cui si sono creati percorsi virtuosi, contaminazioni, nuove esperienze e progettualità. Al tempo stesso è importante fare in modo che chi produce cultura indipendente sia messo nelle condizioni di poterlo fare. Il concetto di volontarietà non è mai stato nemmeno preso in considerazione. Serviva un modello alternativo, al di fuori della logica del mercato: e così lo abbiamo creato. Una piattaforma che distribuisce prodotti senza attribuire a questi un prezzo fisso ha un meccanismo completamente diverso rispetto alle logiche di mercato che conosciamo tutti”.

Andrea Mariani, regista, è uno dei fondatori della casa di produzione indipendente “SMK factory” di Bologna. Ha diretto “Tomorrow’s Land”, “Green Lies” e “The Harvest” © SMK factory

A differenza delle piattaforme di streaming delle grandi multinazionali dell’intrattenimento, “OpenDDB” ha rifiutato l’opzione dell’abbonamento. “Anche in questo caso è stata una scelta -spiega Andrea Mariani-. Un grande colosso transnazionale, che ha altri asset oltre allo streaming, può permettersi di offrire cataloghi sterminati a 9,90 euro al mese. Ma dal punto di vista del produttore e del distributore, del regista questo significa cancellare la sostenibilità. Nel mondo del cinema, come nel settore agroalimentare, ci sono due cose che creano problemi: le filiere lunghissime e il meccanismo di sotto-costo”.

“OpenDDB” ha stretto legami anche con case di produzione indipendenti che operano all’estero arricchendo così il catalogo con opere di denuncia importanti, che permettono allo spettatore di conoscere anche la realtà di Paesi lontani

“Abbiamo consolidato una precisa identità nelle scelte dei film che mettiamo in catalogo, che si riassume nel cinema di impatto sociale, con un’attenzione particolare ai documentari che raccontano storie che altrimenti non verrebbero raccontate”, spiega Mariani. Come quelle dei braccianti dell’Agro Pontino, al centro di “The Harvest”, che ha debuttato a dicembre 2017 e ha raggiunto un pubblico di oltre 20mila spettatori con più di 350 date di tour. O ancora “The Milky way”, il documentario che racconta le storie dei migranti italiani e non, di ieri e di oggi, che cercano di attraversare il confine sulle Alpi tra Italia e Francia. 

Nel corso degli anni, “OpenDDB” ha stretto legami anche con case di produzione indipendenti che operano all’estero arricchendo così il catalogo con opere di denuncia importanti, che permettono allo spettatore di conoscere anche la realtà di Paesi lontani. Documentari come “Nasrin”, girato segretamente in Iran da uomini e donne che hanno rischiato l’arresto per realizzare un ritratto dell’attivista per i diritti umani e prigioniera politica Nasrin Sotoudeh. 

Dopo la pausa estiva, il team di “OpenDDB” riprenderà le riunioni settimanali per la scelta dei nuovi titoli da aggiungere al catalogo e la programmazione delle nuove tournée: “Lo streaming ormai è stato sdoganato, noi andremo avanti in questa direzione: ma è importante governare questo strumento per evitare che siano altri a farlo. Mi auguro però che si torni presto ad avere le sale cinematografiche piene, così come tutti quei luoghi in cui si fa cultura e si generano scambi”, conclude Andrea Mariani.

“SMK factory ha in programma diverse proiezioni dei suoi film nel mese di luglio. Il documentario “The milky way” è in programma ad Alba il 10 luglio, a Bari il 16 luglio, a Demonte (Cuneo). Con due trasferte in Francia a Briançon il 22 luglio e a Marsiglia il 24 luglio. Il 25 luglio a Saronno (Varese) è in programma il documentario “#387” sulla strage di migranti del 18 aprile 2015. 

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