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Cultura e scienza / Opinioni

I bambini “vendono”, nelle pubblicità o nei comizi. Il loro futuro, però, interessa poco

Il 30 dicembre di vent’anni fa moriva Danilo Dolci. Sociologo, educatore e attivista. “Ciascuno cresce solo se sognato”, scrisse. Un’idea di futuro che oggi -in un Paese dove 1,3 milioni di minori sono in povertà assoluta- è negata. L’editoriale del direttore di Altreconomia, Pietro Raitano

Tratto da Altreconomia 199 — Dicembre 2017
© PHILIPPE HUGUEN/AFP/Getty Images

I bambini funzionano sempre. Usali nelle pubblicità e aumentano le vendite. Mettili nei film e nei libri e la storia si fa più coinvolgente. Citali nei comizi e diventi più convincente. Falli apparire in tv e aumenti l’audience. Che siano teneri, o furbi, poco importa: i bambini vendono. Possono essere eroi o vittime: avranno sempre la nostra attenzione, la nostra compassione.

Ci siamo commossi per il bambino affogato a inizio novembre nel naufragio del barcone sul quale viaggiava con la famiglia, causato dello sconsiderato comportamento della Guardia costiera libica. Non sappiamo il suo nome, ma ci sono tornati alla mente tanti bambini che nel Mediterraneo hanno perso la vita. Ed erano poco più che bambine la maggior parte delle 26 ragazze arrivate morte al molo “3 gennaio” di Salerno, sempre a inizio novembre. “Una tragedia dell’umanità” l’ha giustamente definita il prefetto della città. Non conosciamo i loro nomi, ma sulla stessa imbarcazione viaggiavano 375 persone, tra cui nove donne incinte. A metà del mese un bambino di 5 anni della Sierra Leone è stato trovato solo, in stato di ipotermia, su un treno merci al Brennero. Solo giorni dopo è stata ritrovata la sua famiglia. Di lui sappiamo il nome: Anthony.

A Natale festeggiamo la nascita di un bambino. Un profugo, tra l’altro.

Quando crescono i bambini però non vendono più. Tutt’altro. Ci sarà anche dietro una ragione antropologica o chissà: fatto sta che la loro sorte non ci interessa più molto. L’Alto commissario per i diritti umani dell’Onu, il giordano Zeid Raad al-Hussein, ha definito “disumana” la collaborazione tra Unione europea e la Libia per la gestione dei flussi migratori. “La sofferenza dei migranti detenuti in Libia è un oltraggio alla coscienza dell’umanità” ha aggiunto. Non va bene però neanche ai bambini che non si vedono, quelli che non finiscono nei telegiornali. Ad esempio in Italia -dove i minori in povertà assoluta sono quasi un milione e trecentomila, il 14% in più rispetto a un anno fa- sei bambini su dieci sono tagliati fuori dalle attività culturali, a causa dell’indigenza delle loro famiglie. Un nucleo familiare di origine straniera con bambini su tre vive in povertà assoluta.

Quale futuro li attende, quando non saranno più bambini?

C’è un bel video della campagna “EarthHour” su internet: una donna anziana ripercorre a ritroso la sua vita, a partire da quando -nel 2090- l’innalzamento delle temperature globali è stato contenuto in 1,5 gradi (come previsto dall’Accordo di Parigi che compie in questi giorni due anni). Nel 2060, ricorda la donna, il Pianeta è divenuto “carbon neutral”, nel 2040 è stata chiusa l’ultima miniera di carbone, nel 2030 gli oceani sono tornati alla vita perché sono stati finalmente protetti da inquinamento e sfruttamento.

Al termine del video quell’anziana è tornata bambina, nel 2017: dipende tutto da quel che accade oggi. Da cosa decidiamo di fare del mondo che quei bambini riceveranno in eredità. Da che cosa sogniamo per i bambini di oggi, che saranno gli adulti del futuro.

Il 30 dicembre 1997, 20 anni fa, ci lasciava Danilo Dolci. Impossibile riassumere la vita e il valore di quello straordinario sociologo, educatore e attivista della nonviolenza, che ancora oggi ha tanto da insegnarci. Danilo Dolci fu anche un poeta, e questo è uno dei sui testi: “C’è chi insegna / guidando gli altri come cavalli / passo per passo: forse c’è chi si sente soddisfatto / così guidato. C’è chi insegna lodando / quanto trova di buono e divertendo: c’è pure chi si sente soddisfatto / essendo incoraggiato.
C’è pure chi educa, senza nascondere / l’assurdo ch’è nel mondo, aperto ad ogni sviluppo ma cercando / d’essere franco all’altro come a sé, sognando gli altri come ora non sono: ciascuno cresce solo se sognato”.

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