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Chi amministra è sotto tiro

Giovedì 10 aprile Avviso Pubblico sarà in audizione presso la Commissione parlamentare d’inchiesta sul fenomeno delle intimidazioni nei confronti degli amministratori locali: nel 2013, l’associazione ne ha censiti 351. Due i morti nel corso dell’anno, tra cui il sindaco di Cardano al Campo (VA), Laura Prati.
Il 12% dei casi in 5 regioni del Nord Italia: Liguria, Lombardia, Piemonte, Veneto, Emilia-Romagna

Tratto da Altreconomia 159 — Aprile 2014

Gli amministratori locali e i funzionari pubblici sono sotto tiro, e nel 2013 hanno subito 351 atti di intimidazione e di minaccia: lettere e proiettili, auto incendiate, spari alle abitazioni, uso di esplosivi, aggressioni verbali e fisiche; ma anche sequestro di persona, ferimento con colpi di arma da fuoco e omicidio.
Alcuni sindaci, anche del Nord, sono costretti a vivere sotto scorta. Altri che si sono dimessi per paura, o pensano di farlo perché avvertono un profondo senso di solitudine e la lontananza delle istituzioni. Storie riassunte nel rapporto “Amministratori sotto tiro”, che Avviso Pubblico ha presentato lo scorso 21 marzo a Roma.
È un vero e proprio bollettino di guerra, con una media di 29 intimidazioni al mese. Praticamente uno ogni giorno. E questi sono soltanto i fatti di cui si è venuti a conoscenza consultando una molteplicità di fonti di stampa, sia nazionale che locale.

Rispetto al 2010, anno in cui è stato redatto il primo Rapporto, si registra un aumento del 66% dei casi, che risulta distribuito tra 18 Regioni, 67 Province e 200 Comuni. Il fenomeno delle minacce e delle intimidazioni verso sindaci, assessori, consiglieri comunali, provinciali e regionali si registra prevalentemente nelle regioni del Mezzogiorno, dove è stato censito l’80% dei fatti rilevati. Il primato per il 2013 spetta alla Puglia, con 75 casi accertati, verificatisi prevalentemente nelle province di Bari, Brindisi e Foggia. Seguono la Sicilia, con 70 casi, e la Calabria con 68.
La linea della palma delle minacce, per dirla con le parole di Sciascia, si sta spostando anche verso il Nord Italia, sia ad Est che ad Ovest. Liguria, Lombardia, Piemonte, Veneto, Emilia-Romagna non comparivano nel rapporto “Amministratori sotto tiro” del 2010. Ora, insieme, fanno registrare il 12% dei casi nazionali di intimidazione e minaccia verso amministratori e funzionari pubblici.

In un Comune della provincia di Varese, Cardano al Campo, nel luglio dello scorso anno è stato ucciso il sindaco, Laura Prati, ed è stato ferito il vice sindaco. Il killer è stato un ex agente della Polizia municipale sospeso dal servizio dopo una condanna per truffa e peculato. In Calabria è stato assassinato il responsabile di un ufficio tecnico comunale ed è stato ferito gravemente a colpi di fucile un consigliere comunale. Le dinamiche degli agguati lasciano pensare che possa trattarsi di atti di stampo mafioso.
E ancora: a Torre Annunziata, il Sindaco è stato sequestrato e tenuto per mezz’ora con la pistola puntata alla tempia dal figlio dell’autista di un noto boss camorrista. In Sardegna, Avviso Pubblico ha censito più di un episodio in cui, nel corso della notte, ignoti hanno sparato colpi di fucile a pallettoni alle abitazioni di alcuni consiglieri comunali. A Nicotera, in Calabria, Comune già sciolto per mafia in passato, sono stati sparati trenta colpi di kalashnikov contro l’abitazione del primo cittadino.
Accanto alle minacce e alle intimidazioni aventi una probabile un’origine criminale e mafiosa, la vita e la sicurezza di tante donne e di tanti uomini che amministrano le loro comunità è stata messa in pericolo anche da gesti compiuti da persone disperate, che a causa della perdita del lavoro e di un reddito certo, e incapaci di scorgere un futuro di speranza che superi la crisi economico-finanziaria che stiamo vivendo, hanno pensato di sfogare la loro rabbia sui rappresentanti politici a loro più vicini, tanto al Sud come nel Nord Italia, seppur in misura diversa.
“Gli amministratori non possono e non devono essere lasciati soli -ha dichiarato Roberto Montà, presidente di Avviso Pubblico-. Vanno protetti e tutelati. Un ente locale che fa della trasparenza e della legalità i fari della sua condotta rappresenta un presidio di legalità concreto sui territori. La buona politica va difesa e diffusa”.

Il rapporto è scaricabile dal sito: www.avvisopubblico.it
 

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