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Diritti

C’è una zona rossa alla stazione di Firenze?

"Il Comitato per l’ordine pubblico ha messo in difficoltà le forze dell’ordine, ora ritiri l’ordinanza anti rom". Il racconto di Marcello Zuinisi, di Nazione Rom: si è presentato a Santa Maria Novella con due attiviste di etnia rom, e tutti sono stati identificati ed invitati ad abbandonare l’area

A Firenze da qualche giorno c’è una sorta di "zona rossa" che circonda la stazione di Santa Maria Novella. Non è tracciata né transennata, perché l’interdizione non vale per tutti, bensì per una specifica categoria: i mendicanti, o supposti tali, colpiti – di fatto – da un divieto d’accesso sulla base di una decisione maturata in seno al Comitato provinciale per la sicurezza e l’ordine pubblico.

Il provvedimento intende tutelare i viaggiatori dal fastidio procurato dalle richieste di elemosina, come spiega il comunicato diffuso due settimane fa dalla Prefettura, che ha riconosciuto di non aver riscontrato reati di sorta. La decisione è stata presa per garantire una certa idea di "decoro" e perché la stazione è – parole testuali – "il biglietto da visita della città".

Marcello Zuinisi, dell’associazione Nazione Rom, da qualche giorno presidia la stazione e oggi ha raccontato d’essersi presentato insieme con due attiviste rom. Salite le scale, i tre si sono trovati davanti un carabiniere, che non è però riuscito a fermarli, visto che Zuinisi e le due donne hanno rivendicato il diritto alla libera circolazione. I tre sono così entrati e hanno percorso un pezzo del lungo corridoio, per poi uscire attraversando l’atrio della biglietteria e rientrare dal lato opposto a quello d’ingresso.

Lì, racconta Zuinisi, nuovo intervento, stavolta della guardia di finanza: gli agenti, evidentemente, hanno identificato le due donne come appartenenti al popolo rom in base agli abiti e all’aspetto: in quel momento non stavano chiedendo denaro né facendo alcunché di illecito, ma i finanzieri devono aver pensato al comunicato della prefettura, che, nel motivare l’avvio dei pattugliamenti in stazione, ha precisato che i fastidiosi mendicanti erano "di etnia rom".

Zuinisi e le due attiviste sono stati invitati nei locali della Polizia di Stato all’interno della stazione per l’identificazione, senza che vi sia stata – naturalmente – alcuna contestazione di violazione di legge. All’uscita dagli uffici, dice Zuinisi, altro incontro, stavolta con personale delle Ferrovie dello Stato, e nuovo invito a lasciare la stazione.

Sarebbe bello sapere da carabinieri, polizia, ferrovie e guardia di finanza che cosa pensano di questo racconto. Se hanno qualcosa da aggiungere o correggere. E se il dubbio che esista una zona rossa virtuale attorno alla stazione sia infondato.

Nazione Rom, in un comunicato stampa destinato ad essere ignorato (come i precedenti), dice che "le leggi italiane ed europee garantiscono la libertà di circolazione e di movimento" e che "l’ordinanza del comitato per l’ordine e la sicurezza sta mettendo in grave imbarazzo il personale delle forze dell’ordine". Una valutazione più che ragionevole, come la richiesta di "ritiro dell’ordinanza anti rom".

Post scriptum: l’associazione Carta di Roma ha segnalato il riferimento, fatto dalla Prefettura di Firenze, alle persone "di etnia rom" all’Unar, l’Ufficio nazionale contro le discriminazioni razziali, che si sta quindi occupando del caso, con l’apertura di una formale procedura. L’Unar, va precisato, fa capo alla Presidenza del consiglio, Dipartimento per le pari opportunità.

 

Firenze, 4 marzo 2014

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