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Ambiente / Opinioni

Cara Repubblica, ti stanno togliendo la terra da sotto i piedi

In attesa dei fondi del Pnrr gli eurodeputati della Lega votano contro una risoluzione a tutela del suolo. La rubrica del professor Paolo Pileri dal nuovo numero di Altreconomia

Tratto da Altreconomia 238 — Giugno 2021
© Dylan de Jonge via Unsplash

Cara Repubblica, giugno è un mese di festa per te, ma qualcosa ancora qui non va. Il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) non è all’altezza delle sfide ecologiche che aspetti da decenni. Non c’è da salutare nessun nuovo paradigma né dire addio al turboconsumismo. Nessun patto contro l’evasione fiscale anche se tutti, evasori compresi, sono stati vaccinati a tue spese. Nessuna maggiore trasparenza tra Stato e cittadino visto che le oltre 2.400 pagine (pare) delle schede tecniche del Pnrr inviate a Bruxelles non sono a oggi (11 maggio) ancora disponibili sul sito del Governo.

Tra le 269 pagine del Pnrr scoviamo deregulation, smontaggio delle valutazioni ambientali, deroghe e tante altre scorciatoie per fare in fretta infrastrutture impattanti, logistica e improbabili ricuciture urbane spalmando ancora cemento sul tuo caro suolo italico, così fragile e abusato. E dire che il 28 aprile scorso, proprio sul filo di lana della scadenza del Pnrr, il Parlamento europeo approvava a larghissima maggioranza (con l’86% di voti a favore) una risoluzione sulla protezione del suolo (P9_TA(2021)0143) che invita la Commissione e gli Stati membri ad adottare le riforme e i provvedimenti che attendiamo da troppi anni per salvare quel che rimane del prezioso suolo. Ma il nostro Pnrr non ha colto al volo quella risoluzione ed è scivolato verso un altrove imbarazzante.

A non votare per la tutela del suolo in Europa sono stati in larga parte gli italiani (il 32% dei nostri europarlamentari), per la precisione i cosiddetti sovranisti. Dei 55 voti contro il suolo, 24 sono esponenti della Lega (il 44% dei “no”), a cui si aggiunge un astenuto dello stesso partito.  Questa posizione anti-ecologica è sbalorditiva. Non che quella parte politica ci abbia mai tenuto all’ambiente. Ma oggi siede tra i banchi del governo italiano e con una mano firma il Pnrr (bello o brutto che sia) e con l’altra vota contro la tutela della risorsa più ecologica e minacciata: il suolo.

Ora è ancor più chiaro a tutti che quella parte politica vuole essere un ostacolo per ogni iniziativa ecologica (insieme al partito del mattone, degli indifferenti e degli obbedienti al compromesso). Subito mi chiedo: con quale coerenza un sindaco della Lega prenderà finanziamenti dal Pnrr? Con quale credibilità un esponente della Lega al governo può parlare di sostenibilità? Eppure accade e nessuno se ne cura. Dalle pagine del Corriere della Sera, il 9 maggio il ministro al Turismo, Massimo Garavaglia (Lega) lamentava che il sostenibile cicloturismo italico fa un quarto degli incassi di quello tedesco nonostante il paesaggio e l’enogastronomia italiana.

44% dei voti europei contro la risoluzione per la protezione del suolo sono italiani (Lega). Vogliamo la transizione ecologica ma un terzo degli eurodeputati italiani vota contro la tutela del suolo. Iniziamo bene

Politicamente parlando è credibile? Innanzitutto Garavaglia era in Consiglio dei ministri ad approvare i ridicoli 100 milioni di euro annuali del Pnrr per le ciclovie urbane e turistiche. Ma soprattutto gli va ricordato che paesaggio e cibo sono due risorse che senza suolo non esisterebbero. Mentre i suoi colleghi di partito affondano a Bruxelles la tutela del suolo, lui si lamenta che il turismo lento e sostenibile è scarso. Ecco la prova di vero spirito anti-ecologico, che non vede i legami ecosistemici tra risorse naturali e sostenibilità.

Cara Repubblica, ti stanno togliendo la terra da sotto i piedi: resisti, ti prego. Cari cittadini, cara Next Generation, guardatevi bene attorno. Non lasciatevi confondere le idee: tutti parlano di green, sostenibilità e transizione ecologica, ma moltissimi non smettono di remare contro e di confondere le acque.

Paolo Pileri è ordinario di Pianificazione territoriale e ambientale al Politecnico di Milano. Il suo ultimo libro è “100 parole per salvare il suolo” (Altreconomia, 2018)

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