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Ambiente / Opinioni

Così i contadini reagiscono ai cambiamenti climatici

© Paolo Fefè - Flickr

La situazione di bisogno ed emergenza ha spinto i produttori a cercare soluzioni alternative avvicinandoli sempre più al mondo bio. La rubrica “L’ecologia tesa alla libertà” di Maurizio Gritta

Tratto da Altreconomia 225 — Aprile 2020

Sono un agricoltore biologico dal 1978: da almeno tre decenni osservo e segnalo il costante e graduale cambiamento climatico. Da una posizione ravvicinata e privilegiata è sempre più evidente l’influenza che estati più aride, lunghe e calde e l’assenza di inverni realmente freddi ha sulle coltivazioni. Siamo costretti a variare e adattare i calendari di semina e a sperimentare nuove tipologie e tecniche di coltivazione. La situazione di bisogno ed emergenza ha spinto i contadini a cercare soluzioni alternative avvicinandoli sempre di più al mondo biologico e biodinamico che propone un metodo di lavoro più equilibrato e attivo, in maggiore sintonia con la natura. Alcuni esempi pratici.

Durante gli anni Novanta, il pomodoro biologico da trasformare in salsa e passata era trapiantato in pieno campo attorno al 5 o 10 aprile: questo momento si è spostato fino ad arrivare al 15 o 20 maggio circa, ben 40 giorni dopo, ma continua a maturare e ad essere raccolto a fine estate come è sempre stato. Un altro passaggio molto delicato nella crescita del pomodoro è l’allegagione, la fase iniziale dello sviluppo dei frutti successiva alla fioritura: basta uno sbalzo di temperatura improvviso di una decina di gradi tra il giorno e la notte per rovinare almeno il 30/40% del raccolto.

26 il numero di giorni in cui a maggio 2019 ha piovuto ininterrottamente nella Pianura Padana con effetti nefasti sulla produzione locale

A maggio 2019 in Pianura Padana ha piovuto per 26 giorni: questo ha provocato un aumento anomalo di aflatossine, micotossine, muffe e altre specie fungine e cancerogene che hanno imposto un declassamento di buona parte della produzione come non adatta all’alimentazione umana e talvolta persino animale. L’unica possibilità per un minimo guadagno è stata destinare la materia prima alla produzione di biomasse combustibili per creare energia termica ed elettrica.
La cimice asiatica è estremamente dannosa per le colture, in particolare quelle frutticole. Nel 2019 ha causato notevoli perdite sia in Italia sia negli Stati Uniti. Nel 2020 si spera di contenerne la diffusione tramite l’inserimento ambientale del suo antagonista naturale, il parassita “Vespa Samurai” che ne attacca le uova. Il progresso tecnologico e commerciale ha portato a un veloce spostamento di merci, vegetali e animali infestanti a livello globale ma è interessante notare come le coltivazioni più colpite siano quelle monotematiche e intensive. Si può ipotizzare che una maggiore varietà e alternanza delle colture aiuti se non a prevedere almeno a prevenire l’improvvisa perdita di reddito e scorte dovuta a tali attacchi: coltivare con metodo biologico/biodinamico è quindi una reale opportunità per un’agricoltura più equilibrata.

Bisogna aprire gli occhi e agire rendendosi conto che quello che per molti è ancora solo un’ipotesi è una realtà concreta in atto da tempo: dobbiamo essere coscienti dell’impatto ambientale, sociale ed economico che hanno le nostre scelte quotidiane come singoli e come comunità. Dove comprare, cosa mangiare, che confezione scegliere, come creare meno rifiuti, con quali mezzi di trasporto muoversi sono decisioni che possiamo prendere liberamente e possono avere un’influenza molto più grande di quanto si possa immaginare. Iris segue da decenni il metodo biologico e biodinamico per anni è stata una realtà isolata che ha dovuto combattere contro i mulini a vento e i pregiudizi mentre oggi si ritrova circondata da decine di attività simili indipendenti. Etica del lavoro e uno stile di vita più virtuoso ed ecologico sono alla base di questa trasformazione.

Maurizio Gritta, agricoltore, è da sempre impegnato nella divulgazione delle tecniche di produzione biologica. Nel 1978 ha fondato insieme ad altri il progetto della cooperativa Iris

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