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Diritti

Bolzaneto, l’irresponsabile no dello Stato ai risarcimenti

L’avvocatura dello stato ha deciso di presentare appello contro la sentenza che nel luglio scorso condannò lo stato a risarcire le vittime delle torture e dei maltrattamenti inflitti a cittadini inermi nella caserma di polizia di Bolzaneto durante il G8…

L’avvocatura dello stato ha deciso di presentare appello contro la sentenza che nel luglio scorso condannò lo stato a risarcire le vittime delle torture e dei maltrattamenti inflitti a cittadini inermi nella caserma di polizia di Bolzaneto durante il G8 del 2001. Con la stessa sentenza furono condannati in primo grado tredici  dipendenti dello stato, fra agenti delle varie forze dell’ordine e medici penitenziari.

Questa decisione dell’avvocatura la dice lunga sul ridotto senso di responsabilità costituzionale che alberga ai vertici dello stato. I magistrati, nella motivazione della sentenza, hanno parlato esplicitamente di tortura, reato notoriamente non previsto dal nostro ordinamento, a causa dell’inadempienza dei parlamenti che si sono succeduti dal 1988 in poi, quando l’Italia si impegnò in sede Onu ad introdurre lo specifico reato nel codice penale.

La sentenza del luglio scorso fu un inizio di giustizia e poteva essere un’occasione per inviare un messaggio di lealtà e responsabilità a chi lavora nelle forze dell’ordine e ai cittadini tutti. In una democrazia effettiva, il parlamento, le forze politiche, la stampa – di fronte a un governo eventualmente inerte – avrebbero invocato la rimozione immediata dei condannati, le scuse ufficiali dei vertici dello stato al paese, l’avvio di una discussione per l’introduzione del reato di tortura.

Invece, mentre la prescrizione si appresta a cancellare le condanne, lo stato cerca di cancellare o diminuire i risarcimenti dovuti alle vittime dei soprusi compiuti da suoi dipendenti. Per le vittime degli abusi (e per i cittadini responsbaili) è un’altra umiliazione. Questo è un modo molto efficace di attentare ai fondamenti della convivenza civile, di annientare i valori costituzionali.   

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