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Diritti

Bolzaneto, l’allarme dei volontari

Chi se ne intende, come i volontari impegnati nelle prigioni, ha capito che il processo Bolzaneto dovrebbe essere l’inizio di un’operazione di pulizia e risanamento che invece non sembra in agenda. Qi di seguito la presa di posizione della Conferenza…

Chi se ne intende, come i volontari impegnati nelle prigioni, ha capito che il processo Bolzaneto dovrebbe essere l’inizio di un’operazione di pulizia e risanamento che invece non sembra in agenda. Qi di seguito la presa di posizione della Conferenza nazionale volontariato giustizia.
 

Fare al più presto «piena luce» sulle «responsabilità degli agenti e graduati delle varie forze di polizia imputati di comportamento inumano e degradante verso i manifestanti fermati nei fatti di Genova». È quanto auspica la Conferenza Nazionale Volontariato Giustizia (Cnvg), che raccoglie le associazioni di volontariato che operano nelle carceri, secondo la quale «sia i mandanti che gli esecutori delle violenze, tra questi alcuni appartenenti al Corpo della Polizia
Penitenziaria, devono essere giudicati con imparzialità e senza sconti, perché tortura e violenza nulla hanno a che vedere con civiltà e giustizia».
Episodi «ricorrenti di violenza da parte di agenti della Polizia Penitenziaria, come i fatti di Sassari del 2003 o le oscure imprese delle squadrette punitive ancora oggi operanti in alcuni istituti – rileva la Cnvg – sono indegni di un Corpo che legittimamente ambisce a svariati compiti extra moenia e addirittura di affiancamento degli assistenti sociali nell’ambito degli uffici per l’esecuzione penale esterna, ipotesi peraltro fortemente avversata da tutto il mondo del volontariato impegnato in ambito giustizia».

 Inoltre, «piuttosto che prendere posizioni insostenibili in difesa degli imputati – si legge ancora nella nota – le organizzazioni sindacali della Polizia Penitenziaria, dovrebbero dimostrare all’opinione pubblica la capacità del sistema di isolare le ‘mele marce’, per la tutela di tutti gli altri operatori della giustizia che, con professionalità, garantiscono la sicurezza dei cittadini e
collaborano al recupero dei detenuti».
 I volontari «che operano quotidianamente a fianco degli agenti – conclude la Cnvg – sanno che il corpo della Polizia Penitenziaria è sano e crede nella capacità di ogni uomo di reinserirsi nella società, una volta scontata la pena» e «fin dall’insediamento del dottor Ettore Ferrara a capo del dipartimento Amministrazione Penitenziaria, la Conferenza Nazionale Volontariato Giustizia ha chiesto di essere cooptata durante i corsi di formazione degli agenti perchè si crei da subito con i volontari penitenziari un clima di comprensione e collaborazione fattiva».

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