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Economia / Opinioni

BlackRock e l’educazione economica e finanziaria nelle scuole italiane

A New York attivisti per il clima protestano davanti alla sede di BlackRock, il più grande gestore finanziario del mondo con un patrimonio di oltre 10mila miliardi di dollari © Steve Sanchez Photos - shutterstock.com

Mentre in Parlamento si discutono proposte di legge per introdurre l’educazione economica e finanziaria in classe, il colosso finanziario entra a far parte dell’advisory board della Fondazione per l’educazione finanziaria e al risparmio costituita dall’Abi. L’editoriale del direttore di Altreconomia, Duccio Facchini

Tratto da Altreconomia 247 — Aprile 2022

Sono in discussione al Senato tre disegni di legge per l’introduzione dell’educazione economica e finanziaria nelle scuole. Il primo –“Norme per l’educazione alla cittadinanza economica”– è stato presentato nel lontano marzo 2018 e prevede un programma formativo di educazione alla cittadinanza economica rivolto alle scuole di ogni ordine e grado nonché il coinvolgimento delle fasce adulte considerate più deboli (donne, giovani in cerca di prima occupazione e anziani). Il secondo –“Disposizioni per l’introduzione dell’insegnamento di educazione economica e finanziaria nelle scuole primarie e secondarie”– si rivolge appunto a primarie e secondarie perché, scrivono i primi firmatari nella relazione, “appare evidente che le nostre nuove generazioni necessitano di un bagaglio di conoscenza della materia per metterle al riparo da ogni tipo di sorpresa o, peggio, avversità”.

Il terzo Ddl, il più sintetico e recente (presentato a fine giugno 2021), si propone di introdurre l’educazione finanziaria nell’ambito dell’insegnamento delle 33 ore annue dell’educazione civica già previste dalla legge 92 del 2019. Obiettivo: “Consentire all’Italia di allinearsi alla media degli altri Paesi dell’OCSE, con conseguenti vantaggi per i cittadini di domani nella comprensione dei rischi e delle opportunità dei prodotti finanziari”. La Banca d’Italia, nella persona di Magda Bianco, capo del Dipartimento tutela della clientela ed educazione finanziaria dell’istituto, ha sostenuto la terza proposta: “L’inserimento delle competenze economico-finanziarie nell’ambito nell’educazione civica offre alcuni vantaggi”, ha detto Bianco a fine febbraio durante l’audizione alla commissione Istruzione pubblica, beni culturali del Senato.

“L’educazione civica è un insegnamento di carattere trasversale attualmente obbligatorio e ciò renderebbe la proposta realizzabile in tempi rapidi. Del resto le finalità ultime dell’educazione finanziaria sono in linea con quelle della legge istitutiva dell’educazione civica: sviluppare una cittadinanza attiva. L’inserimento dell’educazione economica e finanziaria in insegnamenti equiparabili a quello italiano dell’educazione civica è una strada già intrapresa in altri Paesi (Inghilterra, Portogallo, Svezia, Canada)”.

Sembra una buona notizia. Il punto è che nella discussione manca completamente il riferimento, e soprattutto l’approccio, alla finanza etica e all’educazione critica alla finanza, concetti olistici e non “a scaffale” ritenuti ancora rivoluzionari da più parti, nonostante l’evidenza distruttiva del business as usual. Chi si occuperà di formare gli insegnanti e i giovani all’economia e alla finanza è il cuore del problema. Tra i vari soggetti molto attivi a proposito c’è la Fondazione per l’educazione finanziaria e al risparmio (Feduf), costituita su iniziativa dell’Associazione bancaria italiana (Abi).

Presieduta da Stefano Lucchini (Intesa Sanpaolo), la Feduf opera “in stretta collaborazione con il ministero dell’Istruzione e gli uffici scolastici sul territorio”. A inizio 2022 si è dotata di un advisory board “rappresentativo del mondo economico non bancario”, chiamato ad affiancare e supportare il Cda e il comitato scientifico della Fondazione per “fornire un nuovo impulso alla propria azione di promotrice dell’educazione finanziaria ed economica in Italia”. L’ultimo acquisto del board -dove siedono anche Francesco Gattei di Eni, Azzurra Caltagirone della Caltagirone Editore o Cristina Catania di McKinsey-, è Ryan O’Keeffe, consigliere delegato di BlackRock. Sì, BlackRock, il più grande gestore finanziario del mondo che ha in mano un patrimonio di oltre 10mila miliardi di dollari (e in Italia ha partecipazioni nelle quotate Unicredit, Enel, Fineco, Intesa Sanpaolo, Prysmian, etc.). La sua condotta in tema di finanziamenti ai combustibili fossili, attività di deforestazione o settori dove sono ricorrenti le violazioni dei diritti umani è talmente problematica che una campagna internazionale ne tiene una sorta di diario quotidiano (blackrocksbigproblem.com). Se ne parla poco nel nostro Paese, dove BlackRock opera tramite una società domiciliata ad Amsterdam (la BlackRock Netherlands BV). Cioè in un paradiso fiscale. Se ne parlerà durante la lezione?

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