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Ambiente / Attualità

L’impatto dell’agricoltura biologica sui territori

Dagli accordi di filiera con i produttori ai momenti di formazione con chi consuma. L’esperienza di Iris e lo strumento del Bilancio del bene comune. La rubrica “L’ecologia tesa alla libertà” di Maurizio Gritta

Tratto da Altreconomia 229 — Settembre 2020
© Eddie Kopp - Unsplash

È il Bilancio del bene comune lo strumento individuato dalla Cooperativa agricola Iris per mantenere saldi i suoi pilastri valoriali: la produzione di lavoro, il rapporto diretto con il consumatore e la promozione della proprietà collettiva. Il modello proposto dal Movimento internazionale dell’economia del bene comune (ecogood.org) ci è sembrato il più adatto per indagare l’ampio spettro delle azioni compiute dalla cooperativa -impegnata in ambito ambientale, sociale e culturale-, i loro risultati e l’impatto sul territorio. Infatti il Bilancio permette di redigere un report finale volto a valutare il contributo al bene comune fornito dall’impresa, dal rapporto con gli stakeholder fino a quello con i consumatori.

Nel caso delle attività di Iris, il primo elemento evidenziato dal Bilancio è il ruolo centrale ricoperto dall’accordo di filiera grazie al quale ai fornitori si riconosce un prezzo di acquisto mediamente superiore rispetto a quello della borsa di riferimento. Per fare in modo che dispongano di una quota equa della creazione di valore, la cooperativa ha scelto di utilizzare ulteriori misure come le premialità legate alla qualità dei prodotti  e  l’acquisto di mezzi tecnici per la produzione per conto del fornitore, anticipando i relativi costi a suo carico. Inoltre impiega la propria reputazione sul mercato per favorire la collocazione dei prodotti delle aziende fornitrici della filiera, impegnandosi a collocare le produzioni non inserite nel proprio carnet specifico. E l’impegno non finisce qui: attraverso il supporto tecnico del proprio ufficio agricolo, Iris fornisce indicazioni per ridurre l’impatto ambientale dei metodi di coltivazione, selezionando i prodotti consentiti dal biologico  e organizzando occasioni di incontro per fare cultura, formazione e informazione.

600: Sono oltre 600 le organizzazioni e le imprese che hanno completato il Bilancio del bene comune, il modello proposto dal movimento internazionale per l’Economia del bene comune (Ebc), composto da oltre 11.000 sostenitori

Attraverso il Bilancio del bene comune, Iris ha potuto anche offrire una valutazione dell’impatto che l’attività di impresa ha avuto sulla collettività e sul contesto sociale in cui si colloca e lavora. La cooperativa fornisce generi alimentari di prima necessità, accessibili a tutti: i prodotti sono beni primari e la loro coltivazione attraverso il metodo biologico non solo garantisce una rigenerazione della fertilità della terra ma tutela anche il paesaggio. Da quando è stata fondata negli anni Settanta, la cooperativa ha saputo influenzare il tipo di produzioni agricole nel territorio in cui si è inserita. Si tratta di un punto fondamentale: le produzioni biologiche possono contribuire anche alla crescita culturale dei clienti, che possono richiedere maggiori garanzie di salubrità dei prodotti. I prodotti di filiera riescono a trasmettere un senso di comunità e appartenenza al consumatore finale in generale e al socio in particolare.

L’azienda collabora attivamente con associazioni e circoli del territorio e con le amministrazioni locali. L’obiettivo è diffondere la cultura e i principi della cooperativa. L’impegno nelle attività di relazione sul territorio è importante e ha l’obiettivo di promuovere il metodo di coltivazione biologica, il rispetto per la terra, la proprietà collettiva. Un impegno che nel corso del tempo ha dato i suoi risultati: si è riusciti a far convertire al metodo biologico varie aziende del territorio e a creare una maggiore interazione tra i soggetti economici e sociali locali. Con la coerenza dei propri comportamenti, l’impresa influisce sul modo di fare dei soggetti con cui entra in relazione.

Maurizio Gritta, agricoltore, è da sempre impegnato nella divulgazione delle tecniche di produzione biologica. Nel 1978 ha fondato insieme ad altri il progetto della cooperativa Iris

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