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Diritti / Attualità

Un bando a sostegno dei diritti delle persone in transito in Bosnia ed Erzegovina

La rete “RiVolti ai Balcani” finanzia con 55mila euro i progetti promossi da associazioni del territorio per affrontare non solo l’emergenza lungo la rotta balcanica, ma anche per promuovere attività di inclusione sociale valide nel medio-lungo periodo. Tra gli obiettivi, legittimare le iniziative di solidarietà delle associazioni locali costantemente ostacolate e denigrate dalle istituzioni

Sarajevo © Natalya Letunova - Unsplash

È stato aperto un bando da 55mila euro per progetti “dal basso” a sostegno dei diritti di migranti, richiedenti asilo e rifugiati in Bosnia ed Erzegovina.  Scade il 30 maggio 2021 ed è finanziato dalla rete “RiVolti ai Balcani“, costituita da oltre 36 realtà e singoli cittadini con l’intenzione di rompere il silenzio su quanto accade lungo la rotta balcanica e tutelare i diritti di chi la percorre e cerca di raggiungere l’Europa. “Nel dicembre 2020 abbiamo lanciato una importante campagna di raccolta fondi per intervenire a favore delle persone in transito, nei campi e negli spazi occupati del territorio bosniaco”, racconta Agostino Zanotti, direttore dell’associazione per l’Ambasciata della democrazia locale (ADL) a Zavidovici, onlus che fa parte della rete.

Da allora sono stati raccolti oltre 150mila euro e, spiega Zanotti, “di questi, 46mila sono stati destinati all’acquisto di una cucina da campo e di un generatore diretti al centro di emergenza provvisoria di Lipa”. Situato sul confine Nord-Ovest con la Croazia, lo scorso inverno questo campo ha subito un incendio che ha fatto rimanere più di 1.500 persone all’addiaccio in condizioni di estrema criticità.

“RiVolti ai Balcani” ha poi deciso di indirizzare 55mila euro delle donazioni raccolte alle realtà associative che operano in Bosnia a favore dei diritti delle persone in transito, per finanziare almeno 11 progetti. Il bando è stato lanciato per sostenere chi sta dando un contributo a proprie spese per salvare vite e difendere diritti. Come spiega Zanotti, “vorremmo legittimare le iniziative di solidarietà delle associazioni del territorio, che in questo contesto sono costantemente ostacolate e denigrate dalla polizia e dalle istituzioni”.

Si tratta, inoltre, di un’occasione per costruire una relazione duratura con le realtà locali, in modo tale da collaborare stabilmente anche ai fini dell’attività di monitoraggio e di denuncia delle violazioni dei diritti umani che vengono commesse sulla rotta, e che RiVolti ai Balcani porta avanti da due anni.

La selezione del bando privilegerà progetti locali non solo diretti all’emergenza, ma che siano in grado di costruire attività di inclusione sociale valide nel medio-lungo periodo. “Ci immaginiamo, ad esempio, associazioni che intervengano sui problemi legati allo status giuridico, ai minori in condizioni particolari, o che creino punti di micro accoglienza dignitosa, oggi assenti in Bosnia”, spiega Zanotti.

Nonostante gli oltre 85 milioni di euro versati dall’Unione europea in questi anni, “la Bosnia è priva di un sistema di accoglienza, ma anche di campi di emergenza dignitosi”,  continua Zanotti. A cinque mesi dall’emergenza del gelo invernale e dall’incendio del campo di Lipa, con l’arrivo della bella stagione, la rete RiVolti ai Balcani si aspetta un incremento dei passaggi. La situazione più critica rimane quella del Cantone di Una Sana, punto di snodo della rotta balcanica e dove sono stati aperti quattro centri di accoglienza temporanea e il centro di emergenza provvisoria di Lipa.

Ma i progetti finanziati dalla rete potrebbero riguardare anche Sarajevo, Tuzla, e molte altre località toccate dal fenomeno: “Di fronte alle condizioni disumane dei campi in Bosnia ed Erzegovina e ai continui respingimenti illegittimi dei migranti della rotta balcanica da parte dell’Italia, le sperimentazioni dal basso che dimostrano che si può fare diversamente incontrano il nostro appoggio”, conclude Zanotti.

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