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Finanza / Opinioni

Banca Etica, per non mettere la polvere sotto il tappeto

L’assemblea del 17 maggio ha eletto a larga maggioranza Aldo Soldi nuovo presidente. L’ex direttore generale Alessandro Messina si è fermato al di sotto del 13%. Termina una campagna elettorale orribile, forse la peggiore della storia della banca, dove il rancore personale ha oscurato i contenuti e pregiudicato il dibattito. Gli errori dei contendenti e un impegno costruttivo per il futuro

Aldo Soldi è il nuovo presidente di Banca Etica. La sua “Lista partecipativa per una Banca Etica, inclusiva e dialogante” ha ottenuto lo schiacciante 87,06% dei voti espressi dalle socie e dai soci riuniti in assemblea lo scorso 17 maggio mentre la “Lista autonoma Re:start Banca Etica 2025” guidata da Alessandro Messina si è fermata al 12,94%. All’assemblea ha partecipato circa il 15% della base sociale (che tra persone fisiche e giuridiche supera al 31 dicembre 2024 quota 48.700).

Nel Consiglio di amministrazione presieduto da Soldi prendono posto Alessandra Barlini, Roberta Conte, Raffaella de Felice, Stefano Granata, Federica Ielasi, Luciano Modica, Alberto Puyo, Beatriz Fernández Olit, Lucia Cagnazzo e Gaetano Giunta.

L’assise riunita a Bologna, Madrid e online ha anche approvato il bilancio 2024 che ha registrato un utile consolidato di 16,1 milioni di euro e un patrimonio netto che sfiora i 200 milioni di euro.

Questi i dati e gli esiti. Restano a terra i cocci di una campagna elettorale che definire velenosa è eufemistico. È stata orribile e ci si chiede come si possa pensare di disarmare la finanza e l’economia se poi si è così feroci al proprio interno.

Ci eravamo impegnati a seguire il processo assembleare e a proporre occasioni di confronto e dibattito aperte. Ma dopo la prima uscita di marzo a tema Etica Sgr, “banche armate”, risiko in corso tra i grandi istituti di credito, e un abortito confronto online tra i candidati (Aldo Soldi ha scelto di non partecipare), abbiamo preferito tirare i remi in barca e lasciar perdere. Persino pubblicare lo stesso giorno due editoriali a firma delle fazioni opposte (Biggeri e Berrini) creava disagio.

Troppo e insopportabile rancore personale tra le parti e troppo poco spazio ai contenuti e alla visione (la finanza e il riarmo, la finanza e la crisi climatica, il Terzo settore, il collasso del welfare, il clima interno alla Banca, alcuni titoli in pancia alla Sgr, etc.).

Aldo Soldi (adesso) e la presidente uscente Anna Fasano (in un recente passato) hanno dimostrato di apprezzare poco le domande non preparate e confonderle quasi sempre con delle imboscate, senza cogliere il senso e l’importanza di un giornalismo slegato dalle dinamiche dell’house organ. Alessandro Messina, molto sicuro di sé, alla fine è risultato caratterialmente poco empatico verso una comunità disorientata, ha creduto di poter reggere in solitudine il ruolo che in realtà gli era stato cucito addosso dagli avversari di “lui solo contro la banca”. Alcune candidature scellerate ne hanno poi incrinato lo standing del freddo manager che non sbaglia un colpo e chi non vedeva l’ora di attaccarlo sul piano personale lo ha fatto, senza pietà.

La differenza sostanziale tra i due, però, è che Soldi ha sbagliato da una posizione di potere interna alla Banca e ai suoi dispositivi, mentre Messina, che di certo non è un “senza potere” ma che nella Banca oggi e domani non tocca più la palla, lo ha fatto nei panni di quell’outsider che con armi impari prova a rovinare la sonata finto-unanime del “Tutto va bene Madama la Marchesa”.

Nicoletta Dentico, amica ed editorialista di Altreconomia, in una lettera di fuoco contro Messina circolata tra i soci prima del voto che lo ha probabilmente affossato, si è augurata che dal giorno dopo l’assemblea i vertici di Banca Etica non mettano la polvere sotto il tappeto. “Questa volta non possiamo proprio permettercelo”. Da soci, correntisti e pure freschi mutuatari -perché la “nostra” banca era e resta Banca Etica- sottoscriviamo questa “urgenza”. La campagna elettorale è finita. Non facciamo finire anche i ragionamenti. Sono quelli a tenere insieme le persone.

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