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Ambiente

Autostrade lombarde, quando basta?

Brebemi, Broni-Mortare, Cremona-Mantova, Ipb Bergamo-Treviglio, Pedemontana , Nuova Gallaratese, Raccordo Valtrompia, Rho-Monza, Teem, Tibre, Toem, Varese-Como-Lecco, Variante del  Sempione, Vigevano-Malpensa… Lunedì 6 febbraio, Assolombarda discute di infrastrutture e trasporti in Lombardia con il ministro dello Sviluppo economico, il presidente di Cassa depositi e prestiti, la presidente di Confindustria. Legambiente Lombardia ha invitato ad un presidio, cui ha aderito anche Altreconomia

 

 

Caro Ministro Passera, cari Presidenti di Regione Lombardia e Provincia di Milano, se non ve ne foste accorti, vogliamo cortesemente farvi notare che il disco delle autostrade lombarde si è rotto e ripete sempre lo stesso vecchio ritornello.
È ora di cambiare il disco prima che faccia altri danni. Anche perché -sotto sotto- non ci credete più neanche voi che per il rilancio dell’economia lombarda bisogna costruire autostrade in ogni angolo libero della nostra regione. È anche per questo che non funziona il project financing, perché il futuro non porterà l’aumento di traffico su cui facevate tanto affidamento, ma domanderà nuovi servizi per l’accesso alla mobilità. E se non aumenterà il traffico, non ci saranno abbastanza automobilisti da spennare per pagare le infrastrutture.
Le priorità sono altre, gli investimenti dovrebbero servire a recuperare il grave ritardo della Lombardia sulla mobilità collettiva. Ma se proprio non sapeste cosa fare dei miliardi impegnati dalle banche per finanziare i cantieri autostradali… beh, vi facciamo presente che ci sono migliaia di piccole e medie imprese in difficoltà per mancanza di liquidità.

L’ECONOMIA LOMBARDA È MALATA E NON SARANNO LE NUOVE AUTOSTRADE A CURARLA: LA RICETTA È SBAGLIATA, IL FARMACO È SCADUTO!

I nuovi progetti di autostrade e altre grandi arterie regionali, grande feticcio dell’ultimo ventennio di politica lombarda, formano un nastro di asfalto lungo 800 km, a cui se ne aggiungono altrettanti di viabilità complementari. I costi solo per BreBeMi, TEEM, Pedemontana, hanno già superato i 10 miliardi di euro considerando IVA e oneri finanziari, e finora chi sta pagando sono solo fondi pubblici: niente male, per quelle che avrebbero dovuto essere le prime autostrade finanziate dai privati!
Dove oggi ci sono i campi dell’agricoltura più produttiva d’Italia si snoderanno strisce di deserto d’asfalto per oltre 10,000 ettari, ed almeno il doppio sarà la campagna devastata da cave e cantieri, ma anche da capannoni, lottizzazioni, logistiche, centri commerciali che sorgeranno a ridosso di ogni svincolo. Decine di migliaia di ettari di campi devastati, persi per sempre, per inseguire il mito della continua crescita del traffico, invece di quello dell’efficienza. La sola BreBeMi è progettata per iniettare nel traffico di Milano una botta di 70.000 veicoli al giorno. A che pro? Per imbottigliarli meglio?
Per la mobilità servono altre infrastrutture, altri servizi: quelli del trasporto collettivo, che non consuma suolo, non alimenta lo smog nè la congestione da traffico. Ma per questo serve una politica meno compiacente verso le lobby, meno  complice delle ecomafie, meno subualterna agli interessi di collegio elettorale.

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