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Diritti

Assolti senza onore

Il tribunale di Genova ha stabilito che Spartaco Mortola e Gianni De Gennaro non agirono su Francesco Colucci, questore di Genova al tempo del G8 del luglio 2001, per indurlo alla falsa testimonianza nel processo Diaz (poi concluso in primo…

Il tribunale di Genova ha stabilito che Spartaco Mortola e Gianni De Gennaro non agirono su Francesco Colucci, questore di Genova al tempo del G8 del luglio 2001, per indurlo alla falsa testimonianza nel processo Diaz (poi concluso in primo grado con 13 condanne). Fatto sta che Colucci cambiò versione su un dettaglio importante: disse d’aver chiesto l’arrivo a Genova del portavoce della polizia di stato, Roberto Sgalla. In precedenza aveva sostenuto che Sgalla era stato inviato dal capo della polizia, appunto De Gennaro.

Il "fatto non sussiste", dice il Tribunale, e bisogna prenderne atto, ma le registrazioni delle telefonate fra Mortola a Colucci – a dire il vero penose per entrambi – non si possono cancellare. Ciascuno può farsi un’idea. Io credo che Colucci fu effettivamente spinto a cambiare versione: è difficile pensare il contrario, una volta lette le trascrizioni, e considerato che né Colucci, né Sgalla, né De Gennaro erano imputati al processo Diaz (Mortola sì, è stato assolto in primo grado).

Quel che colpisce in questa vicenda – oltre ovviamente alla disinvoltura di certi contatti fra testimoni e imputati, forse per conto di altri – è la pervicacia con la quale al vertice di polizia, De Gennaro in testa, si è combattuto un braccio di ferro con la magistratura, senza esclusione di colpi, nella convinzione di pover ritrovare in Tribunale la verginità perduta nelle strade di Genova.

Anziché affrontare l’opinione pubblica e lavare i panni sporchi davanti ai cittadini, in modo da recuperare davvero dignità e decoro istituzionale, la polizia di stato ha chiesto e ottenuto protezione politica (bipartisan) e ha poi affrontato la magistratura con lo spirito di chi cerca una resa dei conti. I dirigenti imputati hanno sfidato i pm e i giudici, puntando al colpo grosso: l’impunità completa. Per raggiungere l’obiettivo non hanno trascurato alcuno strumento: non collaborazione, ostacolo alle inchieste, rifiuto di rispondere alle domande dei pm, promozioni sul campo per gli imputati di grado più alto.

Le assoluzioni alla fine sono arrivate per tutti i dirigenti più importanti; sono rimasti nella rete del giudizio penale, fra Diaz e Bolzaneto, 29 agenti e funzionari di basso livello e così lo scempio dei corpi e delle leggi è stato comunque certificato dai tribunali. Le assoluzioni di Mortola e De Gennaro si collocano lungo questa scia. Ma il prestigio della polizia di stato e la credibilità del suo gruppo dirigente sono ugualmente compromessi.

Ascolta l’intervista a Lorenzo Guadagnucci sul sito del Corriere della Sera

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