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Ascoltare un paese in cuffia: a Reggiolo l’esperienza di un’audioguida partecipata

Il progetto “Reggiolo in cuffia”, guidato da nove giovani, propone una guida multimediale del paese al confine tra Lombardia ed Emilia-Romagna. Le voci degli abitanti accompagnano le persone alla scoperta dei luoghi: un’esperienza di rigenerazione urbana che apre i confini e ricostruisce le relazioni nel paese terremotato

Un momento delle registrazioni dell'audioguida. Foto di Reggiolo in cuffia

“Sto caricando il cellulare per l’ultimo collaudo: oggi riproviamo tutto il percorso con la segnaletica installata dal Comune”. Giovanni Fava ha 32 anni ed è il promotore del progetto “Reggiolo in cuffia”, che debutta sabato 26 gennaio a Reggiolo (RE). È sua la voce della guida multimediale di Reggiolo che accompagna gli ascoltatori in un percorso di 17 tappe, per riscoprire attraverso i racconti degli abitanti i luoghi del paese, con occhi (e orecchie) nuovi.
“Vogliamo rimettere al centro il suono, a cui spesso non badiamo”. Da questa volontà, i ragazzi della asd Deus hanno iniziato sei mesi fa a realizzare la guida multimediale. Il suono che hanno scelto di rimettere al centro dell’attenzione sono le voci di chi abita il paese, “per tenere le persone attaccate alla cuffia, come se fossero accompagnate da chi vive quei luoghi quotidianamente”. Un “percorso immersivo” nel paese -come lo chiama Giovanni, che è tra i più vecchi del gruppo di lavoro, composto da nove under 35-, costruito a partire da cinque workshop che si sono svolti lo scorso autunno su scrittura e regia, ambiente sonoro, musica, grafica e fotografia. Un progetto sostenuto con 10mila euro dal bando “Giovani per il territorio”, promosso dalla Regione Emilia-Romagna con l’Istituto regionale per i Beni artistici, culturali e naturali.

Reggiolo -9mila abitanti a metà strada tra Mantova e Reggio Emilia- è una terra di mezzo, racconta Giovanni. La Rocca, monumento simbolo del paese, ne è la prova più evidente. “Dalle interviste che abbiamo fatto in questi mesi usciva sempre il tema del confine e la storia di un paese che un tempo sollevava muri per difendersi -dice-. Ma in tempi più recenti, a inizio ‘900, la Rocca ha anche ospitato alcune famiglie in difficoltà e noi abbiamo giocato su questo ribaltamento per proporre una riflessione sulla necessità di aprire i confini, così come ci apriamo all’ascolto di tante voci diverse che ci guidano per il paese”. L’ibridazione è la chiave narrativa del percorso, ma è data anche dalla mescolanza dei diversi media utilizzati (audio, grafici e fotografici), dall’incontro tra fiction e documentario, e nel modo di lavorare con le persone, spiega Giovanni: “Sono state sia oggetto d’indagine, ma hanno anche avuto un ruolo attivo nello sviluppo dei contenuti”.

Sono una quarantina le persone che hanno partecipato alla costruzione della guida e dieci quelle che hanno prestato la loro voce, “diventando dei veri e propri personaggi di questa storia”. In questo coro, l’unico aspetto tangibile fisicamente è la segnaletica: 17 totem -uno per ciascuna tappa- di 1,20 metri di corten inciso con la forma di un’onda sonora che corrisponde alla parola chiave della tappa che si sta ascoltando, pronunciata da un cittadino. “Pesare” è una di queste: “Ci fermeremo in una vecchia pesa pubblica, dov’era pesato il carico dei camion -spiega Giovanni-. L’abbiamo scelta perché anche noi abbiamo dovuto pesare cosa inserire nel percorso, per restituire il giusto ritratto di Reggiolo”.

Il progetto è anche un’occasione per creare un ponte tra le diverse associazioni locali, affinché nasca una rete di giovani capace di restare unita anche ora che la guida è stata realizzata. Una forza di cui c’è particolare bisogno oggi che Reggiolo è nel pieno della ricostruzione, dopo il sisma di sei anni fa. “Con ‘Reggiolo in cuffia’ speriamo di restituire consapevolezza ai cittadini, e soprattutto alle nuove generazioni, di cosa è stato questo territorio, cosa è oggi e come potrà diventare -riflette Giovanni-. Solo così, oltre a ricostruire gli edifici, potremo costruire una comunità capace di valorizzare il patrimonio culturale che le è stato affidato”.
Dopo il debutto di sabato 26 gennaio, il percorso sarà fruibile in autonomia, gratuitamente e in qualsiasi momento, scaricando sullo smartphone l’app “Izi travel” e cercando “Reggiolo in cuffia”.

Il progetto “Reggiolo in cuffia” inaugura domani, sabato 26 gennaio, alle ore 18.00 nella sala Bandini di Reggiolo con le “istruzioni per l’uso” e la “condivisione del percorso creativo e operativo”.
Domenica 27 gennaio, invece, dalle 9.30 alle 11.30 si potrà fare il percorso in compagnia dei ragazzi di “Reggiolo in cuffia”: le partenze saranno ogni 30 minuti, il ritrovo davanti alla rocca (la prenotazione è obbligatoria, presso la biblioteca, tel. 0522.213713).

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