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Ambiente

Arsenico nell’acqua potabile: una lettera a Giorgio Napolitano

Il territorio della Provincia di Viterbo, insieme a quello di Roma, è il più "toccato" dalla decisione dell’Unione Europea, che non ha concesso l’ennesima deroga ai soggetti gestori del servizio idrico integrato in merito alla presenza nell’acqua potabile di concentrazioni…

Il territorio della Provincia di Viterbo, insieme a quello di Roma, è il più "toccato" dalla decisione dell’Unione Europea, che non ha concesso l’ennesima deroga ai soggetti gestori del servizio idrico integrato in merito alla presenza nell’acqua potabile di concentrazioni di arsenico superiori ai limiti fissati per legge in 10 microgrammi per libro (decreto legislativo 31/2001).
È passato un mese da quando la stampa ha diffuso le prime informazioni circa la decisione di Bruxelles. E i cittadini non hanno ancora ricevuto risposte chiare ed univoche in merito all’acqua dei loro rubinetti. Così l’associazione ecopacifista e nonviolenta "Respirare" (vedi box a fianco) ha deciso di scrivere direttamente al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.

Signor Presidente della Repubblica,
come le sara’ gia’ noto l’Unione Europea ha stabilito da anni che il limite massimo di presenza dell’arsenico nelle acque potabili e’ di 10 microgrammi/litro.
L’arsenico, chiunque lo sa, e’ un potente veleno; e le massime autorita’ sanitarie e i piu’ prestigiosi istituti di ricerca a livello mondiale ovviamente raccomandano che non ve ne sia traccia nell’acqua ingerita dagli esseri umani.
In Italia in alcune regioni per anni e’ stata disattesa la normativa europea pur dall’Italia recepita: in queste regioni si sono per anni imposte delle deroghe tali da condannare le popolazioni, in massima parte ignare, a bere acqua con presenza di arsenico fino a 50 microgrammi per litro.
Con atto dell’ottobre 2010 l’Unione Europea ha posto fine a questa criminale follia, rigettando la richiesta di prolungare ulteriormente il regime di deroga, tenuto altresi’ conto che quelle deroghe erano state concesse a suo tempo sulla base dell’impegno (quasi sempre menzognero ed in effetti quasi ovunque scandalosamente disatteso) dei soggetti richiedenti a provvedere a rientrare al piu’ presto nel parametro europeo attraverso interventi di dearsenficazione che invece in molti casi (nel viterbese nella quasi totalita’ dei casi) non sono stati eseguiti affatto.
Col rigetto delle richieste di ulteriori deroghe, allo stato attuale la venefica frode (e con essa il conseguente irresponsabile sciagurato danno alla salute) e’ stata definitivamente smascherata e il suo eventuale protrarsi configura pertanto una esplicita, inequivocabile violazione di un obbligo di legge.
Ne consegue quindi che nei territori in cui la presenza di arsenico nelle acque destinate a consumo umano supera i 10 microgrammi per litro la legge fa obbligo ai pubblici poteri – nella fattispecie ai sindaci – di emettere ordinanza di non potabilita’; e fa obbligo altresi’ ai pubblici poteri – non solo i sindaci dei Comuni ma tutta l’articolazione istituzionale dello stato variamente competente in materia – di informare adeguatamente la popolazione del pericolo, di garantire comunque alle comunita’ locali acqua potabile, di realizzare ove occorra e nel piu’ breve tempo possibile (le tecnologie lo consentono agevolmente) i necessari impianti di dearsenificazione.
La prestigiosa "Associazione italiana medici per l’ambiente" (sezione italiana della "International Society of Doctors for the Environment"), che in questi ultimi mesi ha svolto un fondamentale e altamente meritorio ruolo di informazione, documentazione e denuncia in materia, ha chiarito esaustivamente i termini reali – e drammatici – della questione e quali siano gli interventi che urgentemente la pubblica amministrazione deve adottare alla luce della vigente legislazione come alla luce delle evidenze scientifiche non piu’ discutibili. Occorre il piu’ rigoroso rispetto del parametro stabilito dall’Unione Europea e gia’ recepito da anni dall’Italia (ma fin qui scandalosamente disatteso), ed anzi occorre muovere verso la completa dearsenficazione delle acque destinate a consumo umano.
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Signor Presidente della Repubblica,
a fronte di questa situazione, di cui abbiamo sommariamente ricostruito i termini de jure e de facto, cosa sta invece assurdamente accadendo?
Sta accadendo che pubblici amministratori insipienti ed irresponsabili, favoreggiati da funzionari fedifraghi e omertosi, non solo rifiutano di assumere tempestivamente gli interventi indispensabili, in primis et ante omnia l’emissione delle ordinanze sindacali di non potabilita’ delle acque destinate a consumo umano che recano una presenza di arsenico superiore ai 10 microgrammi/litro, ma addirittura stanno protervamente ed insensatamente operando nel senso di mistificare la realta’, sottovalutare il pericolo, e continuare irresponsabilmente ad esporre le popolazioni a un grave danno alla salute e alla vita stessa.
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Signor Presidente della Repubblica,
lei che e’ il garante ultimo del rispetto delle leggi del nostro ordinamento giuridico e ipso facto dei diritti a tutti i cittadini garantiti dalla Costituzione della Repubbica Italiana, puo’ e deve autorevolmente intervenire, nelle forme che riterra’ opportune e adeguate tra quelle che l’ordinamento prevede nell’ambito dei poteri che l’ordinamento medesimo le attribuisce, affinche’ si rispetti rigorosamente la legge e rigorosamente si tuteli la salute della popolazione.
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In fiduciosa attesa di un tempestivo suo intervento, voglia gradire distinti saluti,
 
l’associazione "Respirare"
 
Viterbo, 19 dicembre 2010

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