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Anche per quest’anno l’uomo ha finito le risorse del pianeta

L’umanità è in bolletta. A inizio ottobre abbiamo già esaurito le risorse ambientali che il pianeta è in grado di produrre nell’arco del 2007. Per arrivare alla fine dell’anno sarà necessario rimpinguare il nostro debito con la natura, un problema che continuiamo a rimandare alle generazioni future. Secondo le ricerche del Global Footprint network, la Rete mondiale dell’impronta ecologica, e dell’inglese New economic foundation, quest’anno l’Ecological Debt Day, il giorno in cui il bilancio ambientale entra in rosso, è stato il 6 ottobre. La data si sposta ogni anno più indietro: nel 1996 il giorno in cui cominciava ad accumularsi il debito ecologico cadeva alla metà di novembre (e l’umanità utilizzava già il 15% in più delle risorse naturali disponibili annualmente). Nel 2007 siamo andati in rosso con oltre un mese di anticipo.

di Adriano Marzi



L’impronta ecologica è un concetto ideato all’inizio dei Novanta da 2 ricercatori dell’Università canadese British Columbia, M. Wackernagel (oggi direttore esecutivo del Global Footprint network) e W. Rees. Si tratta di un indicatore sintetico di sostenibilità ambientale. Misura infatti l’impatto che i consumi della popolazione esercitano sull’area di riferimento.

Ogni spazio può contare su una superficie totale di ecosistemi ecologicamente produttivi, terrestri e acquatici (foreste, terre arabili, pascoli, aree marine produttive). La sostenibilità è garantita soltanto se la produzione di tali ecosistemi è sufficiente a fornire tutte le risorse utilizzate e ad assorbire tutte le emissioni prodotte. Ma dalla metà degli Ottanta, a livello globale, la popolazione ha consumato risorse e prodotto emissioni superiori a quelle assicurate dalle capacità del pianeta. Le conseguenze più evidenti di tale processo sono il riscaldamento globale della temperatura, la riduzione dello stock di pesce nei mari, la deforestazione e la desertificazione dei suoli che stanno interessando ogni angolo della Terra. Il sovrasfruttamento ambientale è arrivato ormai al 30%: consumiamo l’equivalente delle risorse generate da 1,3 pianeti Terra. I risultati sono visibili anche in Italia: “abbiamo -spiega Simone Bastianoni, professore all’Università di Siena e membro del Comitato degli standard del Global Footprint network- un’impronta ecologica quasi doppia rispetto alla media globale: se tutti gli abitanti della Terra avessero uno stile di vita pari a quello italiano, servirebbero 2,3 pianeti per soddisfare i consumi della popolazione mondiale”.  

“Nel nostro Paese -aggiunge il dottor Lorenzo Bono dell’istituto di ricerca Ambiente Italia, una delle 78 organizzazioni partner del GF network- il territorio urbanizzato è cresciuto del 6% in dieci anni e si contano 39 specie animali e vegetali a rischio di estinzione”.

Per raccontarla con le parole di Wackernagel, oggi “l’umanità sta vivendo oltre i limiti della sua carta di credito ecologica. Così come spendere più soldi di quanto hai depositato in banca porta ad accumulare un debito finanziario, allo stesso modo utilizzare più risorse di quelle che il pianeta riesce a ricreare ogni anno porta ad accumulare un debito ecologico. Questo comportamento può andare avanti per un breve periodo ma alla lunga porta all’esaurimento delle risorse fondamentali”.

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