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Altromercato firma una convenzione con Intesa


Il consorzio Ctm altromercato
, la principale centrale di importazione di prodotti del commercio equo e solidale in Italia, stipula una convenzione triennale con Banca Prossima, il neonato istituto di credito del gruppo

Intesa-Sanpaolo interamente dedicato al mondo del non profit (vedi Ae 83).

Banca Prossima metterà a disposizione 6 milioni e mezzo di euro in tre anni, per singoli finanziamenti pari al massimo a 65 mila euro. I soldi potranno essere destinati all’apertura di nuove botteghe del commercio equo o alla loro ristrutturazione, oppure alla stabilizzazione finanziaria dei soci di Ctm. Con un‘intervista a Giorgio Dal Fiume, presidente di Ctm altromercato.

I finanziamenti avranno un tasso di interesse pari all’Euribor (circa 4%) più una percentuale tra lo 0,95 e l’1,45%, ripagabile con rate da mensili a trimestrali. I prestiti avranno una durata variabile tra i 24 e i 48 mesi. Nessuna garanzia richiesta, e questa è la novità: Ctm si farà garante dei propri soci e provvederà a vagliare le richieste di finanziamento. Dopo l’istruttoria del consorzio, Banca Prossima avrà sei settimane per erogare il prestito.

La convenzione con Banca Prossima si aggiunge a quelle che Ctm ha già in essere con Banca Etica, Cgm Finance ed Ethical Banking. Nessun obbligo per i soci di utilizzare questa convenzione, e d’altra parte non è prevista alcuna esclusiva, quindi ciascun socio potrà rivolgersi anche ad altre banche, e chiedere loro condizioni più vantaggiose.

L’accordo ha dato vita a un vivace dibattito all’interno del mondo del commercio equo, e non solo, dibattito destinato a proseguire. È evidente la necessità per le botteghe (e per tutto il non profit) di accedere con maggiore facilità al credito bancario, specie nel Sud Italia, dove i tassi di interesse sono molto più alti che al Nord. Le botteghe vivono inoltre un periodo di difficoltà, e questo è un problema che riguarda tutto il sistema del commercio equo italiano, e non solo Ctm. La convenzione offre quindi uno strumento nuovo per rafforzare le rete delle botteghe del mondo.

La questione è che Banca Prossima appartiene al 100% al colosso Intesa-Sanpaolo, primo nella lista delle “banche armate”, quegli istituti cioè che sui propri conti fanno passare le transazioni del commercio di armi, e per questo sono monitorate secondo la legge 185/90. Banca Intesa era già uscita dalla lista. Dopo la fusione il consiglio di amministrazione della società ha esteso questa politica anche a Sanpaolo, impegnandosi a uscire dall’elenco delle “banche armate” entro i prossimi anni. Un passo importante, e da monitorare. Resta però il problema, comune a tutti gli istituti bancari, di dimostrare la volontà di uscire dal mercato delle armi anche laddove la legge 185 e la lista delle banche armate non sono in grado di garantire sufficiente trasparenza (vedi Ae 73).

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