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Esteri / Approfondimento

Almanacco 2016. Scatti di un anno da non scordare

Idomeni, Grecia - foto di Nicola Marfisi/Fotogramma

Immigrazione, diritti umani, terrorismo e guerre. Ma anche riscaldamento globale, multinazionali, fisco e Unione europea. Fino all’elezione di Donald J. Trump. Ecco che cosa è successo, mese per mese

Tratto da Altreconomia 188 — Dicembre 2016

Il 2016 è l’anno dei migranti: almeno 340mila persone sono arrivate in Europa attraversando il Mediterraneo, il 27% dei quali bambini; i morti nella traversata sono stati 4.217 (al 14 novembre, data.unhcr.org); in Ungheria si è tenuto un referendum per la chiusura delle frontiere (perso dal governo), mentre l’Austria in primavera ha fermato rifugiati e richiedenti asilo al confine del Brennero (era in corso una campagna elettorale “centrata” sul problema immigrazione). La seconda nazionalità più rappresentata tra i migranti giunti in Europa dal 1° gennaio è quella afghana. È, quindi, una conseguenza della guerra iniziata 15 anni fa, il 7 ottobre del 2001, e ancora in corso. L’Afghanistan è stato teatro della prima offensiva militare di “lotta al terrorismo”, quello di Al-Qaeda. Nel 2003 sarebbe arrivata anche la guerra in Iraq: solo tredici anni dopo, a luglio di quest’anno, una commissione del Parlamento inglese ha stabilito che quell’“invasione” non era l’unica possibile risposta. Ribaltando -per alcuni- la prospettiva, la chiave di lettura della storia. Ciò che provano a fare queste dodici istantanee: 12 notizie che hanno segnato il decimo anno dall’inizio della crisi economica, e che non possiamo dimenticare nel 2017.


CAMPAGNA DI AMNESTY INTERNATIONAL, VERITA' PER GIULIO REGENI

L’omicidio di Giulio Regeni
Gennaio
Il 25 gennaio un giovane italiano scompare a Il Cairo: Giulio Regeni, 28 anni, è un dottorando; studia all’Università di Cambridge, ed è in Egitto per le sue ricerche sui sindacati indipendenti. Viene ritrovato cadavere a inizio febbraio. In quei giorni, è in visita nel Paese l’allora ministro dello Sviluppo economico Federica Guidi: nel 2015 le relazioni commerciali tra i due Paesi valgono quasi 5 miliardi di euro. Il governo egiziano promette collaborazione per far piena luce sull’accaduto, ma vi sono numerose prove di depistaggi. Prima di morire, si scoprirà a settembre, dopo un’autopsia, Regeni è stato torturato.


huge gas flare at a natural gas plant in the desert of qatar.

La fine dell’era del petrolio
Febbraio
Il mercato del petrolio vive una crisi della domanda: c’è troppo greggio a disposizione, e il prezzo del barile scende sotto i 30 dollari; alcuni Paesi, come il Venezuela, ne vivono già le terribili conseguenze sociali. In seno all’OPEC, l’organizzazione dei principali produttori, Russia, Arabia Saudita, Qatar e Venezuela si accordano a febbraio per un “congelamento” della produzione. Secondo le stime della stessa organizzazione, la dinamica è ormai strutturale: dopo un “picco” della domanda, a partire dal 2021 il mondo chiederà sempre meno petrolio.


Brussels Airport And Metro Rocked By Explosions

Bombe a Bruxelles
Marzo
Il 22 marzo due attentati terroristici a Bruxelles: colpiti l’aeroporto di Zavantem e la stazione della metropolitana di Maalbeek, nel cuore del quartiere europeo, dove hanno sede gli uffici della Commissione. Tra le vittime -32 morti, oltre duecento i feriti- anche una cittadina italiana. Quattro mesi prima, il 13 novembre 2015, una serie di attentati aveva sconvolto Parigi: 130 le vittime (93 delle quali all’interno del teatro Bataclan). Alcuni autori erano originari di Molenbeek, quartiere periferico di Bruxelles: si parla di “Belgistan”. La Francia “ha un problema con l’islam” scrive il presidente francese Hollande: nel 2017 si vota.


Séance pleinière de la COP21 pour l’adoption de l’accord de Paris (Salle Seine - Le Bourget)
L’Accordo di Parigi
Aprile
Il 22 aprile, 175 Paesi hanno firmato l’Accordo di Parigi per il contenimento del riscaldamento globale (entro 1,5°C), durante una cerimonia che si è tenuta a New York, nella sede delle Nazioni Unite: l’Accordo è poi entrato in vigore il 4 novembre, a meno di un anno dalla firma, e ha preso il posto del Protocollo di Kyoto -la cui piena efficacia aveva richiesto invece oltre 7 anni, dal dicembre del 1997 al febbraio del 2005-. Questa velocità è necessaria: il tempo per affrontare il cambiamento climatico è quasi scaduto, e il 2016 sarà con molta probabilità l’anno più caldo della storia dell’umanità dal 1880 (battendo un record stabilito, secondo NASA e NOOA -entrambe agenzie del governo Usa- nel 2015).


Idomeni, Grecia - foto di Nicola Marfisi/Fotogramma

Idomeni
Maggio
Il 24 maggio il governo greco ha avviato lo sgombero del campo di Idomeni, al confine con la Macedonia. La tendopoli era arrivata ad ospitare oltre 8mila persone, dopo che nel mese di marzo il Paese balcanico aveva chiuso le frontiere, come del resto avevano fatto anche Slovenia, Croazia e Serbia. A partire dal 2015, la “rotta balcanica” -che prevede l’arrivo via mare in Grecia- è stata percorsa da oltre un milione di persone. Tra coloro che sono arrivati nel 2016, il 47% sono di nazionalità siriana: a cinque anni dall’avvio del conflitto armato in Siria, oltre 5 milioni di persone sono costrette all’esilio: il numero è pari a un quarto della popolazione del Paese prima della guerra.
Foto di Nicola Marfisi / Fotogramma


almanacco_brexit
L’uscita del Regno Unito
Giugno
Il 51,89% dei cittadini britannici ha votato il 23 giugno a favore della “Brexit”. Dopo 65 anni -il primo nucleo di quella che è oggi l’Unione europea, cioè la Comunità europea del carbone e dell’acciaio, è del 1951-, il Regno Unito è il primo Paese a lasciare l’Europa. Formalmente dovrebbe farlo entro la primavera del 2019, al termine di un periodo di due anni che il Trattato di Lisbona concede per negoziare l’uscita. Il giorno dopo il voto, il premier britannico conservatore David Cameron, contrario alla Brexit, si è dimesso dall’incarico.


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Francia, la legge sul lavoro
Luglio
Myriam El Khomri, 38 anni, ministra del Lavoro nel governo francese guidato da Manuel Valls, lega il suo nome alla riforma del settore approvata a luglio, dopo almeno 5 mesi di manifestazioni in tutto il Paese. Una “legge” storica: rende i licenziamenti più facili, incentiva la flessibilità e supera nei fatti la settimana lavorativa di 35 ore (viene favorito il ricorso al lavoro straordinario). Il testo non è stato votato dall’Assemblea nazionale: l’articolo 49 della Costituzione prevede che il governo possa imporre l’adozione di una legge.


La Nigeria dimenticata
Agosto
Quattro milioni e mezzo di persone in Nigeria soffrono la fame. La stima è del World Food Programme, che nel mese di agosto, complice la possibilità di accedere alle regioni del Nord-est del Paese, in cui è più forte la presenza del gruppo terroristico Boko Haram, ha raddoppiato il dato diffuso a marzo. Una crisi acuta e “dolorosamente trascurata” secondo l’agenzia Onu.


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Bayer-Monsanto, la fusione
Settembre
Il 14 settembre 2016, Bayer AG, colosso tedesco della farmaceutica (e dei pesticidi), che nel 2015 ha fatturato 51 miliardi di dollari, ha annunciato l’acquisto di Monsanto, multinazionale sementiera degli Stati Uniti, 15 miliardi di dollari di “entrate” nel 2015. Si rafforza la concentrazione di un mercato già controllato per il 63% da sei gruppi industriali.


almanacco_yemen

Al funerale dello Yemen
Ottobre
Il 9 ottobre un raid aereo saudita ha provocato oltre 150 morti in Yemen: il “target” era un corteo funebre. Dopo 19 mesi di bombardamenti, nel Paese ci sono 2,21 milioni di sfollati, e l’80% della popolazione (21 milioni) necessita di aiuti umanitari. In Italia è aperta un’inchiesta della Procura di Brescia sull’export di armi vendute all’Arabia Saudita.


trump

Trump trionfa negli Stati Uniti
Novembre
Venerdì 20 gennaio 2017 il repubblicano Donald Trump giurerà come presidente degli Stati Uniti: il magnate (con una ricchezza stimata di 3,7 miliardi di dollari è il 156° uomo più ricco del mondo, Forbes) ha vinto le elezioni dell’8 novembre.  Nel suo programma si legge: “Inizia la costruzione di un muro fisico impenetrabile lungo il confine meridionale, il primo giorno. Il Messico pagherà i costi per quel muro”.


L’anno dei muri
Dicembre
La Giornata mondiale dei diritti umani del 10 dicembre -anniversario della Dichiarazione universale del 1948- offre l’opportunità di un bilancio: il 2016 è stato l’anno dei “muri” alle frontiere nel cuore dell’Europa (al Brennero, tra Italia e Austria, e a Calais, tra Francia e Inghilterra, ad esempio) e dell’accordo sottoscritto dall’Ue con la Turchia per frenare i flussi di rifugiati verso la Grecia (il 18 marzo 2016): il flusso si è ridotto dell’80%.
Che ne è di quelle persone?


Sei date in evidenza
16 gennaio 2016
La Commissione europea cancella l’embargo nei confronti dell’Iran, a seguito dell’accordo sui piani per lo sviluppo nucleare con i 5 membri permanenti del Consiglio di sicurezza dell’ONU, più la Germania.

23 febbraio 2016
La Corte europea dei diritti umani ha condannato l’Italia per il rapimento e la detenzione illegale dell’ex imam Abu Omar, vittima di un episodio di “extraordinary rendition”, rapito e trasferito all’estero, dove è stato torturato.

2 marzo 2016
Nella notte viene assassinata nella sua casa di La Esperanza, in Honduras, l’indigena lenca Berta Cáceres, leader del COPINH e Goldman Prize 2015. A fronte della mancanza di giustizia, a novembre nasce un Grupo Asesor Internacional de Personas Expertas (GAIPE): esperti indipendenti per svolgere un’indagine “parallela” a quella della magistratura.

16 giugno 2016
A una settimana dal referendum sulla Brexti, viene uccisa la parlamentare britannica Helen Joanne Cox: esponente del Labour, sosteneva il “remain”.

15 luglio 2016
In Turchia un presunto colpo di Stato militare offre al presidente Recep Erdogan l’opportunità di una (ulteriore) stretta sui diritti delle opposizioni.

31 agosto 2016
Il senato brasiliano ha approvato la destituzione della presidente Dilma Rousseff, con 61 voti a favore e 20 contrari. È un “golpe”. Al governo va il vice-presidente Michel Temer.

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