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Ambiente / Attualità

L’alleanza dei laghi: da Como al Baikal, uniti nella tutela

Veduta sulla penisola di Bellagio, il punto in cui il Lario si biforca © Alberto Caspani

La cooperazione aiuta ad affrontare le sfide ecologiche del presente: in Siberia la più grande riserva d’acqua dolce del mondo è messa a rischio dalle pressioni antropiche e dalla lenta trasformazione dell’ecosistema

Tratto da Altreconomia 205 — Giugno 2018

Dopo nove mesi di gestazione, le acque si sono rotte: con la giornata mondiale dell’Ambiente, il 5 giugno 2018, nasce l’alleanza ecologica fra il lago di Como e il lago Baikal in Siberia, il più antico e profondo del mondo (in quasi 30 milioni di anni, la sua faglia ha raggiunto i 1.637 metri sotto il livello del mare). Insieme hanno deciso di collaborare alla pulizia dei propri bacini da plastiche e microplastiche: passo inaugurale di un lungo percorso di tutela ambientale condivisa.

In occasione del primo Baikal International Ecological Water Forum -organizzato nel settembre 2017 a Irkutsk, in Russia, dall’associazione delle Regioni dei laghi (ARL)-, l’assessore al Turismo e alle Relazioni internazionali di Como, Simona Rossotti, era stata invitata come osservatore speciale in Russia. E lo scorso mese hanno ricambiato la visita il direttore generale dell’ARL, Alexander Timchenko, e il suo collega dell’Onu, Nikolaj Semine. Da anni, fra Russia e Como, esistono infatti forti legami turistici che hanno portato dapprima al lancio della rivista bilingue “Ozero Komo”, quindi di un’associazione culturale ad essa legata: “RussiAComo”.

Nell’incontro al museo archeologico “Paolo Giovio” sono state fissate le linee guida di un impegno congiunto che affianca il lago lariano ad altre 50 riserve euroasiatiche d’acqua dolce, distribuite in più di 20 Paesi. “Non è solo il cambiamento climatico a minacciare oggi i più delicati ecosistemi della Terra -spiega Timchenko-, ma anche la mancanza di consapevolezza ed educazione di ampie fasce della popolazione, a partire dalle generazioni più giovani. Non siamo più in grado di risolvere le emergenze ambientali facendo appello solo alle risorse nazionali, perché le problematiche e gli scambi economici hanno assunto una dimensione planetaria”. Memore della desertificazione del mar d’Aral -un processo che si pensava di poter controllare negli anni sovietici e di fronte al quale l’uomo si è poi ritrovato impotente- la Russia vuole oggi creare una rete internazionale di collaborazione che permetta lo scambio di conoscenze scientifiche, ma anche di buone pratiche. “È questo l’obiettivo cui lavora l’associazione delle Regioni dei laghi, impegnata da un anno nella campagna Unite for the Future, con il supporto dell’Onu e dell’Organizzazione mondiale della Sanità”, conclude Timchenko.

L’azione programmata per la giornata mondiale dell’Ambiente 2018 -che prevede la pulizia delle acque da plastiche e microplastiche per tutti i laghi dell’associazione- è stata preparata a Como con personale scientifico russo. Oltre alla sensibilizzazione di volontari e studenti (chi raccoglie il maggior numero di rifiuti sarà invitato al 2° Water Forum di Irkutsk, il 20 e il 21 settembre 2018), gli interventi sui laghi servono per collezionare quantitativi d’acqua per una “Banca blu”: un archivio idrico di tutti i grandi laghi dell’associazione, in via di allestimento sul Baikal. La raccolta è cominciata lo scorso anno, quando alcuni veterani delle esplorazioni polari hanno mescolato simbolicamente le acque del lago siberiano con quelle artiche, raggiungendo la stazione Barneo. Il rito viene ripetuto per ogni alleanza sancita e culminerà con una spedizione in Antartide nel misterioso lago Vostok. All’interno dell’ecoparco Pribaikalje, dove s’intende ospitare la Banca blu, troveranno spazio anche un nuovo centro di ricerca aperto al pubblico e un’agro-fattoria. É previsto inoltre il lancio dell’“università fluttuante” “Class@Baikal”, per mettere a disposizione di chi studia il lago siberiano navi scientifiche e un centro d’immersione. L’intero progetto viene finanziato grazie a un fondo collegato alle attività del prestigioso Istituto Limnologico di Irkutsk.

23,6mila chilometri cubi, la quantità di acqua presente nel lago Baikal, in Siberia.  È il più antico e profondo al mondo, la faglia ha raggiunto i 1.637 metri sotto il livello del mare

Sono state proprio le ricerche di quest’ultimo ad accendere una spia d’allarme sulla più grande riserva di acqua dolce del mondo (ne contiene un quinto, circa 23.600 chilometri cubici), spingendo a organizzare una spedizione scientifica per lo studio del suo ospite meno gradito: l’alga Spirogyra. Nonostante il Baikal sia considerato uno dei laghi più puri della Terra -tanto che le sue acque possono essere bevute senza alcun filtro-, infatti, a partire dal 2000 il suo stupefacente equilibrio ecosistemico pare essersi rotto. Gli epischura, una delle 690 specie endemiche di crostacei che producono cinque antibiotici unici al mondo, continuano a sminuzzare sino alla totale scomparsa ogni organismo finisca nel lago; i pesci golomyanka preferiscono porre fine ai loro giorni esplodendo in superficie e liberando olio per le lampade dei nativi buriati, mentre fra gli scogli dell’isola di Olkhon -ombelico sacro dello sciamanesimo siberiano- la pusa sibirica torna immancabilmente a meditare sul suo bizzarro destino di foca d’acqua dolce. Eppure la leggendaria trasparenza del Baikal rischia oggi di trasformarsi in un lontano ricordo: in alcuni punti è ormai impossibile spingere lo sguardo sino ai 70 metri di profondità.

Capo Uyuga è il punto in cui le acque del Baikal sono più calde e balneabili in estate
Capo Uyuga è il punto in cui le acque del Baikal sono più calde e balneabili in estate

“Dobbiamo portare a termine quanto prima l’analisi genetica dell’alga -spiega Mikhail Kolobov, ricercatore del dipartimento idrogeologico dell’Università di Mosca- e capire quale delle più di 200 specie di quest’alga abbia iniziato a moltiplicarsi intensivamente nel Baikal. La Spirogyra vive da sempre nel lago, ma negli ultimi anni, come accaduto in modo eclatante nel 2015, ha raggiunto picchi di proliferazione stagionale mai visti prima. La cause possono essere tante: dal riscaldamento atmosferico alla ‘fertilizzazione’ dell’acqua con nutrienti chimici, senza escludere l’introduzione di specie aliene”. I biogeni possono entrare nel lago non solamente attraverso le acque di scarico domestiche, ma anche per i travasi di suolo causati dagli incendi boschivi o dal taglio illegale della vegetazione.

Dal 1996 il Baikal è Patrimonio mondiale Unesco e viene tutelato da severe leggi promulgate direttamente dalla Duma di Mosca, ma la sue risorse naturali non hanno mai smesso di far gola a molti. Salvato da una possibile industrializzazione pesante negli anni Settanta -quando sulle sue rive nacque il primo movimento ecologico sovietico-, è stato al centro di progetti speculativi negli anni bui di Elstin, con laYukos Oil” del magnate Khodorovskij decisa a far passare una rete di oleodotti e gasdotti sul suo territorio (nonostante l’alto rischio sismico). Il recente sviluppo del turismo nella parte meridionale del lago, dove passa la Transiberiana, ha portato all’edificazione di strutture d’ospitalità in grado di minarne i delicati equilibri ecosistemici. Negli ultimi otto anni, gli scarichi di acque reflue contaminate sono così aumentati del 40%, mentre l’insistente richiesta di infrastrutture da parte dei residenti locali ha messo sotto pressione il governo.

“Non è solo il cambiamento climatico a minacciare i più delicati ecostistemi della Terra, ma anche la mancanza di consapevolezza” – Alexander Timchenko

Sebbene Mosca abbia previsto di stanziare 740 milioni di euro entro il 2020 per rafforzare le misure di protezione del lago, le lamentele di 129mila buriati hanno spinto il ministro delle Risorse naturali a sottoporre alla Duma un progetto di riduzione della zona delle acque protette (ben 10 volte inferiore rispetto ai limiti attuali). Con oltre 2 milioni di visitatori nel 2017, la quantità di rifiuti abbandonati sul territorio è salita a 104,3 milioni di tonnellate, rendendo ormai indispensabile la costruzione di centri di smaltimento all’interno della riserva naturale. Conciliare accessibilità e tutela ambientale diviene ogni giorno più difficile, ma il tempo stringe: “Qualora continuino ad aggiungersi sali di fosforo e azoto -ha evidenziato Elena Tvorogova, responsabile del fondo ‘Revival della terra siberiana’- la bassa salinità del lago e l’alta concentrazione di ossigeno dissolto finiranno per offrire un habitat perfetto alla fertilizzazione delle acque. Ora stiamo educando le comunità locali a ricavare un tipo di carta dalle alghe e altre opere creative d’artigianato, ma non è abbastanza”. Grazie allo scambio di competenze col lago di Como, ma anche al bando internazionale lanciato per trovare tecnologie innovative per il trattamento delle acque (i risultati saranno resi noti al Water Forum di settembre), il Baikal saprà stupire una volta ancora.

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