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AIDS, la chiarezza che manca sul vaccino italiano

Il primo dicembre è la Giornata mondiale per la lotta all’AIDS. Dal 1998 il mondo è in attesa del "vaccino italiano" contro la "pandemia del millennio", progetto di ricerca in seno all’Istituto superiore di Sanità e coordinato da Barbara Ensoli che ha ricevuto 28,3 milioni di euro di finanziamenti. I risultati stentano ma alcuni brevetti risultano ancora intestati a una Srl fondata proprio dalla ricercatrice. E l’ISS si rifiuta di rispondere alle nostre domande

In vista della Giornata mondiale per la lotta all’AIDS del primo dicembre, l’Istituto superiore di Sanità (ISS) ha pubblicato l’aggiornamento sulle nuove diagnosi di infezione da HIV e sui casi di AIDS in Italia nel 2014. Dalle 48 pagine del Notiziario curato dal Centro Operativo AIDS (COA) dell’ISS emerge che, soltanto lo scorso anno, 3.695 persone hanno scoperto di essere HIV positive, con un’incidenza pari a 6,1 nuovi episodi ogni 100mila abitanti. Nel 79,6% dei casi il virus ha colpito gli uomini e la fascia d’età più coinvolta è stata quella compresa tra i 25 e i 29 anni. E, a proposito di prevenzione, la stragrande maggioranza delle “nuove diagnosi di infezione da HIV” -l’84,1%- è risultata riconducibile a rapporti sessuali senza preservativo. Oltre un quarto delle persone diagnosticate come HIV positive è di nazionalità straniera e le regioni con l’incidenza più alta sono state la Lombardia, il Lazio e l’Emilia-Romagna.
 
“Dal 1982, anno della prima diagnosi di AIDS in Italia, al 31 dicembre 2014 -si legge nel Notiziario pubblicato il 25 novembre di quest’anno- sono stati notificati al COA 67.248 casi di AIDS” e “43.028 persone risultano decedute”. 
 
Per Vittorio Agnoletto -medico e coautore del libro “AIDS, lo scandalo del vaccino italiano” (Feltrinelli 2012)– questi dati permettono di “comprendere la follia di uno Stato che da anni ha rinunciato a qualunque programma di prevenzione”.
 
La cronaca e le ricorrenze consentono di tornare a scrivere del “vaccino italiano contro l’AIDS”, annunciato con toni roboanti a partire dal 1998 nell’ambito di un progetto di ricerca tutto italiano coordinato dal Direttore del Centro nazionale Aids in seno all’Istituto superiore di sanità (Iss), Barbara Ensoli. In questi 17 anni la ricerca in quota ISS ha potuto contare su un finanziamento pubblico pari a 28,3 milioni di euro ma i risultati stentano, tanto che in recenti apparizioni televisive la dottoressa Ensoli ha dato conto soltanto dei “risultati” della parte terapeutica e non più dell’autentico “vaccino preventivo”. Nella primavera 2014, grazie alla nostra inchiesta giornalistica “Aids, dov’è il vaccino”, si è scoperto che l’Istituto aveva dato l’ok alla concessione di una “opzione esclusiva della durata di 18 mesi per l’utilizzo dei brevetti” del “vaccino” a favore di una società -la Vaxxit Srl– fondata dalla stessa Ensoli. Dopo l’iniziale riconoscimento, la concessione era stata però revocata all’inizio del novembre 2014, un anno fa, dall’allora commissario straordinario dell’Iss poi nominato presidente Gualtiero Ricciardi, per “note di criticità emerse" e “significative riserve in ordine al riconoscimento della società Vaxxit Srl quale spin-off”. La corsa del "vaccino" e del gruppo di ricerca guidato da Ensoli pareva segnata.
 
Ma così non è stato. In un servizio del Tg3 Fuori TG del 17 novembre di quest’anno dedicato alla “pandemia del millennio” -con una contestata intervista proprio a Ensoli a partire dalla quale è nata una lettera aperta curata dal Gruppo HIVforum-, infatti, è stata nuovamente segnalata la necessità di un altro finanziamento dal valore di almeno 15 milioni di euro a favore del progetto di ricerca coordinato dalla Direttrice del CNAIDS nonché socio di maggioranza di Vaxxit Srl.
 
Già, Vaxxit Srl. A un anno dalla disposizione commissariale con cui Ricciardi aveva chiuso i rapporti con la società fondata da Ensoli ed un ex consulente dell’ISS proprio in materia di trasferimento tecnologico, Vaxxit -che nel frattempo è divenuta una “start-up innovativa” che per legge, per poter esser tale, deve risultare “titolare o depositaria o licenziataria di almeno una privativa industriale”-, oltre a vantare nei propri riferimenti statutari “relazioni e collaborazioni professionali” con l’Istituto superiore di Sanità e “Centri di ricerca internazionali”, risulta essere ancora intestataria di diritti di privativa industriale di due brevetti. Uno in particolare (PCT/EP2011/001606) è accompagnato da documentazione in parte sovrapponibile a quella pubblicata dalla rivista PlosOne nel 2010 a proposito della fase II del “vaccino terapeutico”, sviluppato quindi nel tempo con fondi e ricerca pubblica, dell’Istituto superiore di Sanità. Un elemento già sottolineato a maggio e che richiede ancora una presa di posizione chiara dall’ISS.

 
Relazioni e diritti di privativa industriale della società Vaxxit Srl aggiornati al 24 novembre 2015
 
Il presidente Ricciardi, però, ha fatto sapere ad Altreconomia di essere “molto impegnato” e di esser già stato costretto a “declinare già altre richieste anche relativamente ad altri temi”. Lo stesso ha fatto Barbara Ensoli, alla quale erano state inviate (in forma scritta, su richiesta) alcune domande sulle sorti del "vaccino", i nuovi finanziamenti, la questione dei brevetti e dei rapporti tra ISS e Vaxxit. “Si tratta di questioni perlopiù affrontate in passato -ha fatto però sapere l’Ufficio stampa dell’ISS- e sulle quali abbiamo risposto pubblicamente. Riteniamo pertanto di non aver altro da aggiungere a quanto già dichiarato precedentemente”.
 
Nulla da aggiungere quindi e nessuna chiarezza sulle sorti del "vaccino italiano contro l’AIDS".
 
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Ecco le domande inviate (e che non hanno ricevuto alcuna risposta) all’ISS e alla direttrice del Centro nazionale Aids, Barbara Ensoli
 
1. Nell’ambito di un recente approfondimento del Tg3 (17 novembre 2015) all’interno del quale è stata intervistata anche la dott.ssa Ensoli, è stato fatto riferimento alla necessità di un finanziamento di 15 milioni di euro a favore del progetto di ricerca sul “vaccino terapeutico” condotto dal Centro diretto dalla dott.ssa. È possibile conoscere natura, modalità, utilizzo e tempistiche di tale eventuale finanziamento (nel servizio la giornalista parla infatti di “tre anni e il vaccino sarà pronto”)?
 
2. In base a quali atti amministrativi di indirizzo (o altra tipologia), a partire da quando e in quali ambiti hanno avuto luogo le “relazioni e collaborazioni professionali” della start-up Vaxxit Srl con l’ISS -come indicato negli “Altri riferimenti statutari” allegati al fascicolo storico della società depositato presso la Camera di Commercio di Roma-? E, se presenti, come si esplicitano attualmente tali relazioni e collaborazioni professionali?
 
3. Sempre da documentazione Vaxxit si rilevano “diritti di privativa industriale” su "PCT/EP2011/001606: "IMMUNE THERAPY”” e "PCT/EP2014/051277: "VIRAL VACCINE””. Dal momento che la documentazione relativa al primo patent è in parte sovrapponibile a quella pubblicata dalla rivista PlosOne nel 2010 a proposito della fase II del “vaccino terapeutico”, sviluppato nel tempo con fondi e ricerca pubblica, dell’Istituto superiore di Sanità, è possibile sapere come, quando e attraverso quali atti deliberativi la società Vaxxit ha potuto beneficiare del trasferimento dei suddetti diritti di privativa industriale da parte dell’ISS (considerando la disposizione commissariale n. 19/2014 che in data 4 novembre non aveva riconosciuto Vaxxit Srl quale spin-off sostenuto dall’Istituto)?
 
4. È possibile ottenere un aggiornamento sulle sorti della ricerca relativa alla parte preventiva del “vaccino”, con un quadro dei finanziamenti ricevuti complessivamente a far data dall’avvio della citata ricerca (distinti dalla parte “terapeutica”), con particolare attenzione a quei finanziamenti eventualmente in atto attualmente? Tale parte della ricerca è da considerarsi conclusa oppure è ancora oggi in corso? In quest’ultimo caso, in quali fasi si trova e dove è in atto la sua conduzione?
 
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Qui il podcast della puntata della trasmissione "37 e 2" di venerdì 27 novembre condotta da Alessandro Braga e Vittorio Agnoletto su RadioPopolare. In tema di AIDS si parla anche dell’inchiesta sull’operazione Vaxxit.
 

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