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Aids, il nemico sono i brevetti

I brevetti sui farmaci anti HIV/AIDS sono un ostacolo per la sopravvivenza di milioni di persone nei paesi in via di sviluppo. L’allarme lanciato da Medici Senza Frontiere (www.msf.it) è chiaro: nei Paesi del sud del mondo le nuove e più efficaci terapie antiretrovirali (l’HIV è un retrovirus) non possono essere utilizzate  perché troppo costose a causa dei brevetti che incombono su di esse. L’ultima denuncia di MSF punta il dito contro la nuova versione del farmaco lopinavir/ritonavir prodotto dalla Statunitense Abbott.

di Claudia Robbiati

A differenza della vecchia versione, quest’ultima, oltre ad essere più efficace, è tremostabile e non ha bisogno di refrigerazione, quindi adatta ad essere utilizzata nei paesi del sud del mondo dove le temperature sono molto elevate. Nonostante ciò la Abbott vuole iniziare a commercializzare il prodotto solo in Europa e se anche arrivasse nei paesi più poveri bisognerebbe fare i conti con dei costi molto elevati imposti dal brevetto. La popolazione dei paesi in via di sviluppo ammonta al 75% di quella mondiale, ma rappresenta solo l’8% del mercato farmaceutico internazionale.

A causa di questa divisione tra chi “merita” di essere curato adeguatamente e chi no dei 40 milioni di malati HIV/AIDS nel mondo il 95% vive nei paesi in via di sviluppo, in particolare nell’Africa sub-sahariana. Qui infatti il focolaio dell’infezione HIV è più sviluppato che altrove: dei circa tre milioni di morti per AIDS nel 2005, due milioni e mezzo appartenevano a questa parte d’Africa. I brevetti interessano anche farmaci per altre malattie. Molti paesi africani continuano a curare la malaria con la clorochina, ormai superata e poco efficace, perché la cura più innovativa , a base di artemisina, è brevettata e costa venti volte di più. A livello internazionale la tutela dei brevetti è regolata dagli accordi TRIPS (Trade Related Aspects of Intellectual Property Rights) dell’Organizzazione Mondiale per il Commercio (OMC), che prevedono degli standard minimi per la tutela dei brevetti che i membri dell’OMC devono adottare.

L’India, la Thailandia e il Brasile sono stati costretti ad aderire a questi accordi nel 2005, mentre altri 50 paesi fra quelli in via di sviluppo individuati dall’ONU, dovranno farlo nel 2016. In India, in conseguenza di ciò, si stima un aumento dei prezzi dei farmaci del 200%  e gravi problemi sono sorti per i paesi poveri che dipendevano da essa per l’approvvigionamento di generici di buona qualità e a prezzi accessibili. Degli oltre 60 000 pazienti curati da MSF per HIV/AIDS in quasi 30 paesi, l’84% ricevono farmaci antiretrovirali generici prodotti in India. Ad esempio  più del 90% dei pazienti vengono curati da MSF con la versione generica del Combivir AZT/3TC prodotta in India che è stata oggetto di una richiesta di brevetto dal Gruppo Glaxo Limited. In questi giorni diverse organizzazioni di sieropositivi indiani hanno presentato una opposizione a questa richiesta di brevetto, denunciando le enormi conseguenze per i malati dei paesi in via di sviluppo se fosse approvato. Il problema del disequilibrio tra paesi ricchi e paesi poveri per quanto riguarda il diritto alla salute sembra ancora più vergognoso se si pensa che gli Stati Uniti hanno speso, per la guerra in Iraq dal 2002 al 2005, 250 miliardi di dollari, abbastanza per coprire le spese sanitarie dell’intera popolazione mondiale per sei anni.

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