Una voce indipendente su economia, stili di vita, ambiente, cultura
Ambiente / Opinioni

Le affascinanti sfide che attendono l’agricoltura

Un altro modello di ricerca e innovazione, sementi non uniformi e sistemi sementieri diversificati. C’è un mondo nuovo, dal campo alla società. L’analisi di Riccardo Bocci

Tratto da Altreconomia 238 — Giugno 2021
Photo by Markus Spiske on Unsplash

Ai primi di maggio il settore agricolo è stato interessato da una serie di decisioni prese a Bruxelles che avranno un impatto sul panorama delle nostre agricolture. Si tratta di due documenti di lavoro della Commissione e degli atti delegati del nuovo Regolamento sul biologico. Cerchiamo di capire meglio gli scenari che aprono.

Il primo documento è uno studio sull’impatto della legislazione sementiera che, dopo indagini con i vari attori del settore, evidenzia alcuni punti di criticità del sistema. Come, ad esempio, la necessità di chiarire la differenza tra scambio e vendita di sementi e armonizzare gli obiettivi della normativa sementiera con quelli del Green Deal e della strategia “Farm to Fork”.

Si tratta di un passaggio importante che nei prossimi mesi aprirà un nuovo dibattito europeo per modificare il sistema di regole attuali sulla commercializzazione delle sementi. Sarà un’occasione da non perdere per costruire sistemi sementieri diversificati. Il secondo riguarda le nuove tecniche di miglioramento genetico note come Nbt (New breeding techniques) o in italiano Tea (Tecniche di evoluzione assistita).

La diatriba è legata alla sentenza della Corte di giustizia europea che nel 2018, facendo seguito a un quesito del sindacato francese Confederation Paysanne, ha stabilito che queste tecniche sono assimilabili agli Ogm e quindi devono seguire la stessa normativa per la messa in commercio. Dalla lettura del report della Commissione emerge come i pareri siano ancora molto discordanti sulla materia tra mondo scientifico e società civile, e si avverte l’avanzare della solita ideologia riduzionista e modernizzatrice della ricerca agricola: per rendere più sostenibile la nostra agricoltura dobbiamo fare ricorso, prima o poi, alle nuove tecnologie. La possibilità che ci sia un altro modello di ricerca da mettere in campo per cercare di rispondere ai problemi della sostenibilità dei sistemi agricoli non è neanche presa in considerazione dal report. 

L’orizzonte in cui si discute di innovazione è dato solo dalla tecnologia: le Nbt, i droni, i big data stanno delineando l’agricoltura 4.0 e il ministro Stefano Patuanelli in una recente intervista de Il Sole24 Ore già presenta il futuro con l’agricoltura 5.0 gestita dall’intelligenza artificiale. Tutto questo dimostra che c’è molta strada da fare a livello culturale nel mondo scientifico e politico, in Italia mancano anche i luoghi in cui fare questo dibattito.

5.0 La nuova evoluzione dell’agricoltura gestita dall’intelligenza artificiale prospettata dal ministro Stefano Patuanelli in un’intervista a Il Sole 24 Ore

Il terzo documento riguarda la pubblicazione delle regole sulla vendita delle sementi delle popolazioni, o meglio del materiale eterogeneo così come lo definisce la legge, che entreranno in vigore da gennaio 2022. Da due anni il mondo del biologico stava aspettando questo momento. È un evento epocale perché mette in crisi il paradigma dell’uniformità varietale che ha dominato la ricerca e l’agricoltura fino ad oggi, con il suggello della legislazione sementiera e di quella sulla proprietà intellettuale.

A gennaio prossimo si aprirà un mondo nuovo ancora tutto da esplorare. Infatti, sarà più facile vendere le sementi di varietà locali, di popolazioni e miscele, ma allo stesso tempo dovremo mettere in pratica dei sistemi di controllo della qualità che garantiscano le sementi che circoleranno in questi circuiti e nelle relative filiere produttive che nasceranno. L’affermazione di un altro modello di ricerca e innovazione, basato su sementi non uniformi e sistemi sementieri diversificati, è una sfida affascinante che per essere affrontata avrà bisogno di nuove connessioni e alleanze tra il mondo della produzione e del consumo, in grado di disegnare insieme la società di domani.

Riccardo Bocci è agronomo. Dal 2014 è direttore tecnico della Rete Semi Rurali, rete di associazioni attive nella gestione dinamica della biodiversità agricola

© riproduzione riservata

Newsletter

Iscriviti alla newsletter di Altreconomia per non perderti le nostre inchieste, le novità editoriali e gli eventi.