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A Roberto piace la matematica, ma non vuole essere un numero

Una studente disabile alle prese con i tagli

Roberto Meconi è uno dei 1141 alunni “diversabili” della provincia di Lucca che quest’anno hanno visto tagliate le ore di sostegno a cui avrebbero diritto per garantire il loro diritto a partecipare alla vita scolastica e quindi ad un “pezzo” essenziale della loro dignità di cittadini e persone che fanno parte di una comunità. In occasione del suo 17° compleanno ha scritto a Maria Stella Gelmini, Stella Targetti e Angela Palamone, rispettivamente Ministro dell’Istruzione, vice-presidente della Giunta Regionale Toscana e direttore generale del Ministero dell’Istruzione, per chiedere i motivi dello “svantaggio” che vivono a scuola i “diversabili”. 

Lo ha fatto con l’aiuto di Fabio Lucchesi, insegnante e infaticabile attivista sociale e ambientalista.

Roberto non è uno qualsiasi -racconta Fabio-, è bloccato dalla sorte a casa sua e, senza l’insegnante di sostegno, non potrebbe proprio partecipare alla vita scolastica. E’ stato perciò necessario “inventarsi” un sostegno che non esisteva, grazie all’inventiva dell’allora dirigente Luisa Arcicasa, ed un progetto specifico (“Progetto Stralisco”) per permettergli di non perdere un’occasione di essere a scuola che poi lui ha sfuttato al meglio arrivando fino a partecipare alle olimpiadi provinciali di matematica e farsi accompagnare in gita con la scuola a Strasburgo!” .

Sono stato il suo primo insegnante di sostegno (senza il titolo!) -aggiunge Lucchesi- ed insieme a lui ho avuto l’onore di costruire un progetto d’integrazione straordinario. Per due anni sono stato il “pittore” che l’ha aiutato a colorare le stanze di casa sua dei colori della scuola e della vita. Facendo un bilancio oggi capisco di aver imparato molto di più io di quanto sono riuscito ad insegnare a lui….non mi vergogno a dirlo perchè così va la vita, perchè i diversabili (tutti non solo Roberto) hanno molto da insegnarci se solo abbiamo la forza e ci prendiamo il tempo di ascoltarli“.

Roberto ha dato molto alla scuola che grazie a lui ha partecipato a due convegni nazionali sull’integrazione dei diversabili e vinto due premi teatrali con lo spettacolo dedicato alla storia dello Stralisco. Per questo, in occasione del suo 17 compleanno, Fabio Lucchesi ha inviato alle istituzioni competenti la lettera di Roberto, invitandole a riflettere sul fatto che il caso di Roberto, per quanto eccezionale, è simbolico della necessità di tante persone. che hanno diritto di partecipare alla vita della scuola.

Ecco il testo della lettera di Roberto.

Partecipare alla vita scolastica per me è stato molto importante, perché mi ha permesso di conoscere nuovi compagni, fare nuove esperienze e di non sentirmi estraneo alla vita della classe e della scuola. Un conto è, infatti, studiare da soli, un conto è avere il continuo confronto con gli altri e avere un rapporto frontale con gli insegnanti.

Naturalmente sono stato fortunato ad avere alle spalle un progetto ideato da una persona lungimirante, il maestro Fabio, che non solo si è occupato di me dal punto di vista didattico, ma ha lottato per ottenere sempre nuovi traguardi. L’inizio del progetto “Stralisco”, cosa che 10 anni fa poteva essere considerata una fortuna, perché il contesto sociale scolastico di quel tempo permetteva di ottenere ciò che ci spettava, in realtà era un diritto, che oggi, “grazie” ai tagli continui e alla ghettizzazione, viene continuamente calpestato.

Il diritto allo studio, sancito a chiare lettere dalla Costituzione Italiana (art.34), dovrebbe essere garantito a tutti, tanto più a coloro che hanno già delle difficoltà proprie nella vita. Tutti devono avere la possibilità di studiare, tutti hanno il diritto di essere persone uguali alle altre soprattutto se hanno questo desiderio. In un paese moderno, o meglio civile come si ritiene il nostro, il “sostegno” dello Stato non dovrebbe limitarsi solo all’esperienza scolastica, ma continuare anche dopo, quando c’è il bisogno e la voglia di mettere in atto ciò che si è imparato. Ad oggi il mio orario pieno dovrebbe essere di 18 ore; in realtà ne ho solamente 10.

A questo punto vorrei fare una domanda, nella speranza che qualcuno mi risponda: Ma l’orario di un ragazzo “normale” che frequenta la scuola è di 18 ore solamente o di 30/34 a seconda dell’istituto frequentato? Come si può facilmente vedere, facendo un’operazione matematica, anche concedendomi il massimo delle ore sarei sempre svantaggiato di molto rispetto agli altri…… Praticamente sarei coperto per il 53% delle ore settimanali.

E le altre? La scuola mi ha dato l’opportunità di scoprire anche le mie attitudini, per esempio ho capito che mi piace fare i conti, mi piace la matematica, ma non vorrei mai essere trattato come un numero, quindi, mi aspetterei un po’ di sensibilità da chi gestisce l’istruzione. I responsabili della scuola dovrebbero rendersi conto che anche cambiare ogni anno insegnante di sostegno può creare un grande disagio; dovrebbero capire che, dietro le materie, ci sono persone e rapporti umani. In 10 anni di vita scolastica, ho avuto 8 insegnanti e ogni volta è stato più o meno difficile rapportarmi a loro, imparare a conoscerli e farmi conoscere: una grande fatica.. fortuna che adesso, tra questi, ho qualche buon amico.. La candela della speranza è sempre più consumata, forse sarebbe bene cambiarla prima che si consumi definitivamente!”.

 

Roberto Meconi
Cittadino Italiano del Comune di Borgo a Mozzano in occasione del suo 17esimo compleanno.

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