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Altre Economie

Con il baobab sulla pelle

La nuova linea di cosmesi di Equo Mercato è frutto di una rete solidale che parte dal Benin e ha messo radici in Brianza

Tratto da Altreconomia 137 — Aprile 2012

In principio fu il baobab. Che dalle mani di Brice Gbaguidi arrivò nella sede di Equo Mercato, centrale di importazione del commercio equo e solidale a Cantù (Co). Fu lui a proporre, nel 2010, l’importazione della farina e dell’olio di questo buffo albero africano dal suo villaggio natale. Brice è originario di Natitingou, in Benin, ma vive in Italia. Ed è anche grazie a lui se ora il baobab è uno degli ingredienti principali della nuova linea di cosmetici di Equo Mercato.
“Avevamo per le mani quest’olio, speciale ma poco conosciuto nel nostro Paese -racconta Alessandro Cantù, responsabile di Equo Mercato per i prodotti lavorati in Italia-. È stato uno dei pretesti per creare un’intera gamma di nuove creme da viso e corpo a base di materie prime provenienti dal commercio equo e solidale”.
Da aprile 2012, infatti, nelle botteghe si troveranno oli e creme a base di baobab, karité e argan.
La trasformazione degli ingredienti avviene nel laboratorio di cosmesi naturale Ahura (laboratorioahura.it), a una decina di chilometri dalla sede della cooperativa.
Da dieci anni le tre socie dell’azienda si occupano esclusivamente di cosmesi priva di derivati del petrolio, e quindi il più possibile naturale ed etica. “I nostri rapporti -precisa Alessandro- vanno oltre la semplice collaborazione commerciale”. Le formule delle sette nuove creme sono state costruite mese dopo mese nel laboratorio, con la collaborazione di Cesare Gianatti, biologo, responsabile per la sicurezza dei prodotti cosmetici di Equo Mercato. “Tutti i prodotti rispettano i criteri del commercio equo e solidale -chiarisce Alessandro-, e contengono almeno il 50% (in peso, non considerando l’acqua) di materie prime provenienti da questo circuito”. Molti sono gli ingredienti che potrebbero presto aggiungersi dal commercio equo, come l’estratto di karkadé o di tè verde e gli oli essenziali. “Per il momento ci siamo dedicati ai componenti essenziali -puntualizza Alessandro-, gli altri arriveranno man mano, quando troveremo altri progetti a cui dare fiducia”.
Nei cosmetici della linea al baobab sono racchiusi due continenti. L’olio di Argan (l’unico attualmente certificato bio) arriva dalla cooperativa Imimiki, in Marocco, un altro nuovo progetto. Le altre materie prime invece sono frutto di collaborazioni di più lunga data. Il burro di karité, l’olio di cocco e l’olio di neem vengono sempre dal Benin, dalla cooperativa Artisavon. Il miele parte dal Messico, dalla cooperativa Mieles del Sur. L’olio di avocado, infine, arriva dal Burundi, da Dutezanye Imbere.
“Per la formulazione dei cosmetici abbiamo fatto riferimento ai disciplinari della cosmesi di Ecocert -spiegano le socie di Ahura-, e abbiamo selezionato un conservante molto blando, che non comporta rischi per la salute. Ce lo possiamo permettere, perché le confezioni usate sono ‘Airless’”. Man mano che si consuma la crema, cioè, uno stantuffo automaticamente risale, comprimendo il fluido e risucchiando come una siringa l’aria, che altrimenti resterebbe a contatto col prodotto, danneggiandolo.
“A parte una piccola componente del meccanismo -ci tiene a sottolineare Alessandro- la confezione è riciclabile. Abbiamo deciso anche di venderla senza ulteriore packaging”. Tutto le informazioni sono scritte sulle etichette, attaccate una ad una dai venti ragazzi disabili della cooperativa sociale La Rosa Blu (cooperativalarosablu.org) di Ronco Briantino (Mb).
Oltre alle sette creme, i due oli e il burro di karité che compongono le tre nuove linee, Equo Mercato continuerà a vendere tutti i prodotti  -100% equo e solidali- della linea Manantial de Las Flores (i saponi solidi da corpo e capelli, l’hennè, gli oli per il corpo e le pomate), importati dal Messico e i saponi del Benin.
La cosmesi occupa una fetta importante del fatturato di Equo Mercato: nel 2011, 173mila euro, circa il 15% del totale. L’artigianato occupa il 50%, ma con la crisi è in calo.
Le nuove creme costeranno tra i 12 e i 18 euro, nella dimensione da 50 ml da viso e in 100 ml da corpo. 50 ml di olio di baobab puro costano 15,10 euro. A breve, sul sito di Equo Mercato (equomercato.it), si troveranno tutte le informazioni dettagliate relative ai prodotti cosmetici. E prossimamente un codice QR sull’etichetta rimanderà direttamente al link corretto.

I fusti dal Benin
I baobab non vengono coltivati. I loro grandi frutti allungati provengono da raccolta spontanea.
Frutti, foglie, radici e corteccia sono impiegati per ricavare alimenti dall’alto potere nutritivo (minerali e vitamine) e rimedi medicinali conosciuti da generazioni.
I semi in essi contenuti vengono prima selezionati, poi puliti ed essiccati al sole. Viene eliminata la pellicola e vengono poi riesposti al sole.
L’olio che si ottiene da una spremitura meccanica a freddo è infine imbottigliato in fusti pronti per la commercializzazione.
Grazie alla particolare composizione di acidi grassi essenziali e di sostanze antiossidanti, l’olio di semi di baobab penetra facilmente nella cute, dandole tono ed elasticità.
Nel 2010, dopo due anni di attività informale, nasce in Benin la Cooperativa Baobab di Natitingou, la cui sede è nella casa natale di Brice Gbaguidi.
Conta 39 soci e su 4 cooperative afferenti coinvolge nel lavoro di raccolta 136 donne in tre villaggi e 31 ragazzi della parrocchia di Materi.

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